PARMA-NAPOLI – Azzurri a caccia della Champions, ducali in fallimento,già aritmeticamente in B, a causa dei guai finanziari lasciati da Ghirardi e ormai condannati a scomparire dal massimo campionato italiano. Tuttavia i calciatori del Parma, senza stipendio da mesi, alla deriva, incerti del futuro, sottomettono con umiltà e volontà, sul punto di vista del gioco, un Napoli ricco di campioni ma povero, probabilmente, delle giuste motivazioni. Emiliani in vantaggio due volte, ma Gabbiadini prima e Mertens poi sistemano le cose. Finisce in parità, 2-2, con uno strepitoso Antonio Mirante, capace di fermare più volte Higuain e compagni. Occasione sprecata malamente, a poche giornate dalla fine del campionato, ma quello che succede dopo ha del clamoroso: mini rissa tra i calciatori, su tutti i più scatenati sono il Pipita e il portiere di Castellammare di Stabia. Volano insulti, si fa fatica a placare gli animi. “Ci si deve inchinare soltanto davanti a questo Parma. Sentirsi dire che siamo già in B e che dovremmo facilitare le cose agli avversari è vergognoso” – grida Donadoni. “Proteste per le perdite di tempo, non per l’impegno del Parma” – rispondono da Napoli. Il tutto poi si risolve con un chiarimento. Ma a Parma il Napoli di Benitez , per l’ennesima volta, crolla psicologicamente. La stagione, probabilmente, si compromette in maniera definitiva e finisce proprio al Tardini. DNIPRO-NAPOLI – Semifinale di ritorno di Europa League, al San Paolo finisce 1-1, con la rete di David Lopez per il Napoli e di Seleznyov per il Dnipro: netto il fuorigioco del centravanti ucraino, non sanzionato dai guardalinee. Esplode nel post partita De Laurentiis, contro Platini e la UEFA. Il Napoli si gioca tutto al ritorno ma gli ucraini hanno il gol fuori casa dalla loro, non sarà facile. Il Napoli dovrebbe fare la partita ma gli uomini di Benitez sembrano in balia dell’avversario e così è: azzurri timorosi, schiacciati dall’avversario, quasi spaventati e con la paura di fare la partita. Il primo tempo scorre via così, nella ripresa le cose vanno un po’ meglio con un Napoli più propositivo, con un Hamsik in più in campo, ma allo stesso tempo vulnerabile. È il 58′ quando il solito Seleznyov, come all’andata, beffa Andujar e compagni di testa. Il Napoli ci prova, va all’arrembaggio, ma sembra più il disperato tentativo di salvare il salvabile, la consapevolezza di aver sprecato l’ennesima occasione. Il Dnipro ha anche occasione di raddoppiare, almeno un paio di volte, con Kalinic prima e con Mathaus poi, con la palla che si stampa sulla traversa. L’arrembaggio finale non paga: finisce 1-0, con gli ucraini in estasi, per la prima volta nella loro storia in finale di una coppa europea e col Napoli, capace di sprecare tutto e far svanire, così nel nulla, la possibilità concreta di giocarsi la finalissima per la seconda volta nella sua storia, dopo il successo nella Coppa Uefa 1988/1989. Amarezza e dispiacere. NAPOLI-LAZIO – È il 31 maggio 2015: soli sei giorni prima la Roma ha vinto il derby, con i biancocelesti il Napoli può conquistare la qualificazione al preliminare di Champions. Serve vincere, senza mezzi termini. È l’ultima occasione per Benitez, ormai ai titoli di coda, per salvare una stagione a tratti fallimentare. Una vera crudeltà giocarsi una intera annata in soli 90′ ma chi è causa del suo mal pianga se stesso. Un primo tempo da dimenticare: Parolo prima e Candreva poi ammazzano i sogni azzurri e ammutoliscono il San Paolo. Un uno due che ucciderebbe chiunque e il primo tempo si chiude così. Ma nella ripresa la musica cambia: il Napoli sembra diverso, sembra quasi che, dopo una stagione di alti e bassi, voglia finalmente esplodere e prendersi la vittoria. La Lazio cala un po’, Higuain accorcia le distanze. Nel frattempo Parolo viene espulso per doppio giallo, gli azzurri salgono in cattedra: al 19′ del secondo tempo il Pipita raddoppia e pareggia i conti, l’arrembaggio azzurro pare inarrestabile. Pare, infatti, perché poi la fortuna ha sempre la sua parte e, molto spesso, lascia campo alla sfortuna, quella che, quasi come una maledizione, ha accompagnato insieme a limiti e lacune tutta la stagione dei partenopei. Ghoulam si fa espellere ed Higuain calcia alle stelle il rigore della svolta: volano via, d’un soffio, anche le poche certezze e speranze degli azzurri. La stagione del Napoli finisce ufficialmente qui. Onazi prima e Klose poi regalano alla Lazio una meritata qualificazione ai preliminari di Champions e lasciano il Napoli di Benitez alla mercé dei fischi del San Paolo. Alla fine vince chi si è dimostrata, nell’arco di tutta la stagione, più squadra. Il Napoli chiude quinto, scavalcato dalla Fiorentina e l’era di Benitez, già su un aereo diretto a Madrid, finisce così. La Lazio festeggia, meritatamente, in un San Paolo immediatamente svuotato. È ‘na sera ‘e maggio, triste e piena di amarezza.
Il 2015 sta per finire ed è tempo di bilanci in casa Napoli. Se questa prima parte di stagione può a buon diritto essere definita fantastica, con un Napoli bello e divertente, secondo in classifica, lo stesso non si può dire della prima parte dell’anno che sta per chiudersi, con gli azzurri allora allenati da Rafa Benitez capaci di sprecare prima la possibilità di giocarsi una finale di Europa League e poi ogni buona occasione per conquistare un posto in Champions League. Andiamo a scoprire quali sono i momenti più tristi di questo 2015 azzurro.
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