I matrimoni si fanno in due, questo è evidente. L’unione di intenti viene prima di ogni altra cosa per raggiungere obiettivi comuni ed interessi condivisi. L’acquisto di un giocatore, l’ingaggio di un nuovo tecnico o di un direttore sportivo. Ovunque ci sia un contratto da firmare c’è necessità che le parti siano d’accordo.
La questione stadio San Paolo è ormai sulla bocca di tutti, appassionati di calcio o non. È noto quanto la società sportiva azzurra sia interessata al rilevamento della struttura per il restyling dell’impianto e la riqualificazione dell’area circostante nel quartiere Fuorigrotta. Restano dubbi da sciogliere e un mare di carte da firmare dopo che lo scorso ottobre “è stata scritta una pagina importante” ” portando avanti un risultato non scontato” nella convenzione ponte tra le parti. Parole di Luigi De Magistris, sindaco di Napoli dopo il consiglio comunale che quella sera chiuse in tarda serata con un risultato storico.
È proprio a lui che il tifoso napoletano spesso si rivolge, chiedendo a gran voce uno stadio che sia all’altezza della passione che i supporters azzurri riversano sulla squadra del cuore. Uno stadio che sia fiore all’occhiello di questa città che merita molto di più di una struttura a tratti fatiscente, obsoleta ed insicura. Un contenitore di entusiasmo che possa spingere i ragazzi in maglia azzurra verso traguardi prestigiosi, con un occhio al campo ed uno al bilancio. Perché il calcio di oggi non può essere pensato senza il lato economico, motore e freno per chi vuole ambire a migliorarsi.
Ed allora caro sindaco, ascolti la voce del popolo partenopeo, coloro i quali l’hanno votata anni fa ed anche di coloro che hanno scelto l’altro schieramento. Non c’è fazione politica che tenga, non ci sono altri interessi, c’è solo il desiderio di poter ammirare i colori azzurri seduti in poltroncina riempiendosi gli occhi dello spettacolo sugli spalti, applaudendo i propri beniamini ed inorgogliendosi nel fare gli onori di casa all’arrivo delle grandi del calcio.
Perché se è vero che non è giusto utilizzare epiteti offensivi descrivendo la struttura storica di Fuorigrotta come un orinatoio pubblico, non è ugualmente giusto continuare a guardare il colosso in pietra e (purtroppo) acciaio cadere a pezzi come se fosse un castello di cartapesta in attesa di essere dismesso. Non dipende tutto da lei, è vero, ma lei ha la responsabilità di provare a donare al popolo azzurro una casa degna di tal nome, degna di questo golfo e questo mare, degna di una famiglia che vuole crescere sempre di più.
Ogni tifoso azzurro immagina un giorno di poter accompagnare amici lontani venuti magari per un fine settimana ad ammirare le bellezze nostrane sotto il tempio del calcio che fu di Maradona. Senza dover girare per ore alla ricerca di una targa che possa fungere da sfondo per la più classica delle foto ricordo.
Confidiamo in lei, sindaco De Magistris, in lei come nel presidente De Laurentiis alle soglie di questo nuovo anno. I matrimoni si fanno in due, è vero, ma in questo caso allo sposalizio ogni domenica saranno presenti migliaia di tifosi.
Antonio Picarelli
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