Reina 6,5: Venticinque giri di lancette per mettere, pesantissima, la sua mano aperta sulla gara. Reattivo e concreto nel rispondere allo stacco a due passi di un Quagliarella spigliato nell’approfittare di un incerto Ghoulam in marcatura. Indovina l’angolo sul buon rigore calciato dall’ex azzurro ma, suo malgrado, il capolavoro non gli riesce.
Ghoulam 5: Il credo di Ventura affonda le sue radici su un calcio avvolgente, che proprio sugli esterni esprime la sua essenza. Dalle parti dell’algerino staziona il dirompente Bruno Peres, un osso durissimo da contenere. L’ex Saint’Etienne regge bene nelle prime battute di gara, poi al venticinquesimo scattano 10 minuti durissimi da digerire: ingenuo, incerto, prima sullo stacco di Quagliarella e poi sul suo dirimpettaio verdeoro, atterrato in area con una scivolata pessima per tempismo. Assorbito lo sbandamento cerca di rimediare soffrendo il giusto salvo un buco di Zappacosta nel finale.
Koulibaly 6,5: Ritrova Belotti, il gallo, vero e proprio incubo al San Paolo la scorsa stagione con la maglia del Palermo. Di quei timori, delle infinite insicurezze, non c’è più traccia nelle prestazioni del difensore franco-senegalese. Solidità e concretezza, questa la ricetta dell’ex Genk nel randes vous con i centravanti granata. Un paio di incertezze su Maxi Lopez della ripresa, senza conseguenze, uniche indecisioni in novanta minuti in linea con la crescita del centrale classe ’91.
Albiol 6,5: Mentore, guida – con investitura ribadita dal tecnico – della linea a quattro. Non trema mai, nessuna sbavatura da annotare, tiene sempre alta la concentrazione esprimendosi in un paio di chiusure all’ultimo respiro. Leader silenzioso, salvo far sentire la propria voce con il direttore di gara con conseguente evitabile giallo per proteste
Hysaj 6,5: La catena di destra è ermetica, il feeling con Callejon simbiotico, in grado di garantire continui spunti. Dalle sue parti non c’è spazio per uno spillo, coriaceo in chiusura senza lesinare la spinta in avanti. Cerca anche la gioia personale, con poca fortuna.
Hamsik 7: Gara numero 300 in Serie A per il capitano partenopeo, vissuta tutta d’un fiato abbinando personalità e carisma a metà campo. Cuce, difende ed attacca, ci prova dalla distanza, il guizzo è sempre ben presente nell’aria. Una brezza, una sensazione, che si materializza al quarantesimo quando apre il cassetto delle vecchie, care, abitudine e fa suo l’invito sul velluto di Insigne e batte, freddo, Padelli inserendosi devastante tra le maglie avversarie.
(Dall’88’ Chalobah sv)
Valdifiori 6,5: Ritrova la maglia da titolare in campionato, mancava dalla gara di Modena contro il Carpi, un’occasione da non lasciar passare sotto silenzio. Il regista di Lugo di Romagna risponde presente, spreca il minimo, detta con precisione i tempi di gioco. Le sue aperture profonde sono sempre una soluzione che garantisce ampiezza e varietà al gioco azzurro, da sempre predisposto al fraseggio nel breve. Dispensa il giusto equilibrio in fase di filtro, sui piazzati è sempre velenoso.
David Lopez 6: Non era Gonalons, non è neanche Allan. Le doti sono diverse e palesi, ma lo spagnolo salvo qualche errore in fase d’impostazione non demerita. Oltre un’ora con la giusta intensità tenendo sempre bene il confronto con i centrocampisti di Ventura, anche nei momenti di maggiore difficoltà.
(Dal 72′ Allan sv.)
Insigne 7,5: Il torero che affonda, deciso, le proprie banderillas. Per un quarto d’ora si muove in sordina, poco appariscente, lasciando ai compagni oneri e compito di far male alla difesa granata. Al quarto d’ora il palco si spalanca, tutto per lui, con un invitante pallone che rimbalza al limite dell’area avversaria. La coda dell’occhio scorge Padelli in posizione non irreprensibile ed il destro d’autore, un pallonetto morbido e spietato al tempo stesso, è una conseguenza naturale. Spettacolo puro, che si ripete quando alza la testa e indovina un tracciante superbo ad imbandire la tavola per il famelico inserimento di Hamsik per il raddoppio azzurro. La traversa su punizione e le tante giocate al servizio sei compagni un ulteriore corredo ad una prestazione incantevole.
(Dal 67′ Mertens 6: Un dodicesimo d’eccezione, la sua capacità di spaccare l’incontro in tempo zero è nota. I pretoriani di Ventura lo sanno e non lesinano le maniere più rudi, limitandone il raggio d’azione. Quando parte palla al piede è però sempre ossigeno allo stato puro per la manovra partenopea.)
Callejon 7: L’impatto sulla gara è vibrante, cerca con convinzione il taglio e si vede negare il vantaggio da Padelli quando prova la conclusione prima di punta, come da consuetudine nel calcio a 5, poi con un destro velenoso da fuori. E’ carico, svaria su tutto il fronte d’attacco creando scompiglio tra le linee della retroguardia di Ventura ed è da un suo sapiente spunto che nasce l’assist per il vantaggio di Insigne. Molinaro in più occasioni può solo scorgere la targa dell’ala di Motril. Punto di riferimento, un trattore sull’out destro dall’efficienza meccanica, in entrambe le fasi di gioco. Indispensabile.
Higuain 6,5: Il suo nome manca sul tabellino dei marcatori, e di questi tempi è una nota non da poco. La classe cristallina del delantero azzurro si propaga comunque sul rettangolo di gioco. Tra sterzate in rapidità e battute a rete tiene sempre altissima la tensione della difesa avversaria, propiziando varchi e inserimenti dei compagni; sovente assistiti dalle giocate dell’argentino.
Sarri 6,5: Toccare corde e punti giusti del proprio gruppo, un dovere a margine di una sosta infinita, di certo non vissuta con il sorriso sulle labbra dal tecnico partenopeo. Sorprende con l’inserimento di David Lopez – che garantisce il solito contributo – al posto di Allan. Lo spartito resta quello dell’anno appena trascorso: ritmo, intensità, squadra corta e talento strabordante in avanti. Il momentaneo pari poteva rompere gli equilibri, così non è stato, riscontri positivi anche dall’inserimento di Valdifiori. La risposta agli squilli di Inter, Fiorentina e Juventus era dovuta ed è arrivata, sonante. La classifica continua a splendere, testa al Frosinone con un occhio al lavoro della società in sede di mercato, non cogliere quest’occasione sarebbe – per restare in tema – la più grande delle bestemmie.
Articolo modificato 7 Gen 2016 - 12:54