Vittoria dovuta e voluta, ricercata senza mai mollare un centimetro, ma l’emblematico brivido lungo la schiena non è mancato. Un ritmo a targhe alterne, con qualche pizzico di sofferenza, causa anche una condizione che dopo una sosta logorante – in senso inverso – non poteva giocoforza destarsi impeccabile.
Timori alle porte dopo il pareggio del Torino firmato dagli undici metri da Quagliarella – che non esulta tenendo fede ad un amore mai nascosto, aldilà delle contingenze che la vita può raccontare – rimossi poi con decisione dal goal partita di Hamsik. Difficoltà che affiorano in qualche sbavatura di troppo, proprio su quell’out mancino che spesso nella stagione scorsa è stato il reale tallone d’Achille degli azzurri. Difficoltà evidenziate in una gara sotto tono di Faouzi Ghoulam, il peggiore in campo della sfida di stasera. L’ampissimo lavoro, sotto i severi dettami e un lungo apprendistato firmati Maurizio Sarri, in fase difensiva che va in soffitta per una serata. Poco lucido sull’attaccante stabiese al venticinquesimo, lesto nello svettare di testa e fermato solo da un plastico e concreto Pepe Reina, approssimativo nell’intervento in scivolata, dieci minuti dopo, su spunto arginabile di Bruno Peres che causa il rigore dell’1-1. Due errori che prendono la ribalta, evidenti, in una prestazione che si è palesata balbettante anche nella ripresa, quando l’ingresso del guizzante Zappacosta ha destato più di qualche patema. Note da appuntare, senza gravose conseguenze, e su cui lavorare riprendendo al più presto la marcia che aveva consegnato all’undici azzurro una vera e propria certezza sulla fascia sinistra, non più limitata esclusivamente alla naturale propensione offensiva. La spinta, quella sì, contro gli uomini di Ventura non è mancata, costruendo il solito, efficace, asse con Lorenzo Insigne.
Edoardo Brancaccio
Articolo modificato 7 Gen 2016 - 02:24