Reina 6: Si sporca i guanti con parate sicure in un paio di occasioni, saltuariamente i compagni lo chiamano in causa in fase d’appoggio. Sono gli unici momenti da campo ad intervallare la sua giornata da spettatore privilegiato.
Hysaj 6,5: Padrone dispotico della fascia destra, ormai un leit motiv che si ripropone con cadenza settimanale. Che dalle sue parti non ci sia un varco libero non è una novità, l’esterno ex Empoli ha ormai abituato tutti al suo fare granitico in fase di ripiegamento, marcature serrate e rapidità in anticipo sono armi che il classe ’94 non lascia assolutamente nel fodero nella contesa del Matusa. Qualità a cui ormai si va ad aggiungere uno spartito sempre più fluido e spigliato in fase offensiva, dove garantisce supporto costante e spunti pregevoli sfiorando anche la gloria personale.
Albiol 7: Il primo goal in A fu al Chievo, si ripete in un’affinità cromatica contro i ciociari. E che goal, verrebbe da dire, mancino al volo sbucando tra le maglie della retroguardia avversaria su piazzato di Mertens. Un goal pesantissimo che indirizza la gara su binari propizi. L’excursus da attaccante aggiunto una parentesi in più, non soffre mai gli avanti di Stellone dirigendo la retroguardia in totale controllo, letture precise e tempi in marcatura cronometrati.
Koulibaly 6,5: La superiorità sui diretti avversari è disarmante, aggettivo che fotografa al meglio la gara dell’ex Genk in terra ciociara. Che sia in marcatura o in anticipo l’epilogo dei duelli che si susseguono nella metà campo azzurra è telefonato, definito con larghissimo anticipo. Tracotanza fisica ma non solo, primeggia su Ciofani e compagni con fare elegante non disdegnando la giocata ad effetto, senza mai sprecare la giocata. Se i compagni di reparto barcollano, il raddoppio del franco-senegalese è una certezza che risuona come una sentenza per gli avanti avversari. Non intacca la sua gara, ma da appuntare, la distrazione su Sammarco in occasione del goal della bandiera avversario.
Strinic 6: Tra le due scelte a sorpresa di Sarri, ritrova la maglia da titolare in campionato. Una prestazione senza particolari sussulti, garantendo equilibrio su una fascia solcata dalle scorribande di Hamsik e Mertens. Adempie alle giuste consegne nelle due fasi, senza mai eccellere né demeritare salvo qualche incertezza nella prima frazione di gara.
Allan 7: Riecco lo stantuffo tutto polmoni e qualità a rinvigorire la metà campo. Agonismo e qualità atletiche ad arricchire un instancabile lavoro in fase di filtro. Quando chiamato ad impostare riesce sempre a scegliere la migliore soluzione nel servire i compagni, lucido nello scattare in percussione e far ripartire la squadra, guadagna una sequela di falli preziosi a metà campo.
Jorginho 7: La gara poco convincente di Bergamo un ricordo lontano, al Matusa l’italo-brasiliano riprende il suo posto al centro della mediana partenopea riavvolgendo il nastro delle prestazioni brillanti con cui ha, meritatamente, agguantato i galloni da titolare. Ordinato nel dettare i tempi di gioco in mediana, elegante in fase di disimpegno, quando il pallone scorre tra i piedi del numero 8 partenopeo è in cassaforte, blindato al cospetto della pressione avversaria. Prova con più frequenza la giocata in verticale, in fase difensiva è la solita garanzia.
Hamsik 7,5: Lo score del capitano azzurro era eccessivamente sotto media, d’obbligo dare una sterzata che è arrivata, puntuale nelle ultime tre uscite. Terzo goal in tre gare, quarto sigillo in campionato, a modo suo, tagliando il campo in rapidità e scovando preciso e radente da fuori area un angolo di tiro che Zappino può solo ammirare. A metà campo è il fulcro di gioco partenopeo, sempre pronto ad affondare tra le maglie avversarie e dettare la giocata propizia a foraggiare la manovra. Trecento gettoni in Serie A con la maglia azzurra festeggiati nel migliore dei modi.
(Dal 77′ Chalobah sv.)
Callejon 6,5: Oltre un’ora sui soliti livelli, chilometri macinati avvalorando, nuovamente, la tesi del tecnico azzurro. Il solito contributo encomiabile da tornante vecchio stampo. L’ennesima prestazione in fotocopia ad attestarne costrutto ed efficienza. L’apporto alla squadra è totale in qualsiasi contesto di gioco, uomo ovunque al servizio del gruppo che si tratti di attaccare o ripiegare. Non trova il goal, è pur vero che di tagli – nella prima frazione di gara in particolar modo – dello spagnolo se ne registrano a iosa, poco servito. Ma arriverà anche in campionato.
(Dal 74‘ El Kaddouri sv.)
Mertens 6,5: Non parte col il solito ritmo forsennato, a tambur battente. Prende le misure alla retroguardia avversaria e alla distanza sfonda con il suo solito fare felpato e vibrante allo stesso tempo. Quando cerca lo spunto per la retroguardia di Stellone l’allarme rosso risuona fortissimo. Suo l’assist da fermo per il vantaggio di Albiol. Brillante risposta alla chance concessa da Sarri dal primo minuto.
Higuain 8: Si lascia alle spalle anche l’ultima delle maledizioni di un’annata ormai seppellita sotto una coltre densa, fatta di numeri, giocate e personalità da trascinatore. Freddo, carico e rabbioso sul raddoppio dagli undici metri conquistato e realizzato. Chiude i conti con una rete sontuosa, saltando gli avversari e appoggiando morbido il pallone alle spalle di Zappino. Pericolo numero uno per la retroguardia di Stellone, non si limita alle mansioni da centravanti sciorinando una prestazione a 360°. Diciotto reti in campionato in diciannove gare che non raccontano tutto dell’ennesima gara da antologia dell’ex centravanti del Real. Svaria sul fronte d’attacco e si mette con continuità al servizio dei compagni da regista offensivo, fonte continua di sponde e giocate invitanti per i compagni a rimorchio.
(Dal 65′ Gabbiadini 7: Cinque minuti per fare ciò che gli riesce meglio, ritrovare quel goal che scorre copioso nelle vene del numero 23 azzurro. Un goal a modo suo, con quel mancino bionico che ha pochissimi eguali ovunque si porti il proprio sguardo. Una parabola perfetta per precisione e potenza, conclusione chirurgica, palla fin fondo al sacco e esultanza grintosa, sfogando tutta la sua voglia di spazio e ruolo di primo piano. Del resto sono sei le reti in poco più di 500 minuti giocati.)
Sarri 7: Un martello intento a battere sulle motivazioni dei suoi. Fermo l’avviso sulle insidie della trasferta ciociara, prese alla lettera dal suo gruppo. Due modifiche all’undici di base, con risposte efficienti. Mezz’ora garantita a Gabbiadini che lo ripaga con un eurogol. Tutti i tasselli si incastonano a dovere e il Napoli costruisce l’ennesima prestazione d’autore conquistando con merito il titolo, seppur platonico, di campione d’inverno. Una squadra concreta, brillante e in grado di regalare spettacolo. Arriva alle porte della seconda metà di stagione da primo in classifica e con il miglior attacco del campionato. Miglior regalo di compleanno non poteva auspicarlo.
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