L’ex capitano azzurro Paolo Cannavaro ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere del Mezzogiorno. Così il difensore del Sassuolo, in apertura, specifica sull’ammonizione rimediata contro l’Inter che gli costerà la trasferta partenopea: “Da otto turni ero in diffida, prima o poi doveva capitare. Perderò una emozione fortissima. Ma il calcio è anche questo. Tanto per sgombrare il campo da ogni equivoco, qui al Sassuolo ho un contratto a presenze. Scudetto azzurro? Il Napoli è la squadra più forte della Serie A, può essere l’anno giusto. Chi gioca a calcio sa che poi possono esserci tante variabili, ma possono farcela. In quel caso chiederò a Maradona di passarmi a prendere in elicottero.
Addio? Resto innamorato del Napoli, certo è che mi dispiace non poter vivere queste gioie. Il presidente sa che un giorno mi piacerebbe incontrarlo. Gliel’ho già detto. E si è detto disponibile. In futuro mi piacerebbe tornare nella mia città. Ma non è questo il motivo dell’incontro. Riguarda il mio addio, vorrei me lo chiarisse.
Benitez? Sicuramente ha contribuito alla mia partenza. Non giocavo più e soprattutto sono arrivato al Sassuolo che fisicamente ero un ex calciatore. Mi sono dovuto allenare il doppio, anche a casa. Ma non nutro rancore è un sentimento che non mi appartiene. Non mi farà parlar male di Benitez. E sa perchè? Scaramanzia. Un detto napoletano dice: chi vo ‘o male e ‘llate, tene ‘o male areta ‘a porta”.
Poi un retroscena sulla gara di domenica: “Ho scritto un messaggio a Reina: Pepe, il premio spetta anche a me. E lui: fratè, se vinciamo a fine stagione volentieri! Tra di noi scherziamo spesso”.
Dichiarazioni pungenti anche quelle rilasciate nel corso di Tiki taka: “È normale che i giocatori dopo la partita esultino tanto. Solo in Italia stiamo attenti a queste cose ma è sicuramente meglio assistere a queste scene piuttosto che ad altre a cui siamo stati abituati in questi anni”.
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