Non è mai facile, nessuna partita. Lo dicono tutti, lo sanno tutti. Maurizio Sarri lo predica da inizio stagione e, nella sfida col Sassuolo, se ne è avuta l’ennesima dimostrazione. Un avvio così è una doccia gelata che rischia di farti naufragare e perdere un primato solo assaporato e non ancora goduto fino in fondo e nella sua totalità. Napoli-Sassuolo comincia così, con i fantasmi del passato che, sul più bello, tornano prepotentemente a galla e rischiano di rovinare tutto. Ma non è questo il caso. Non questa volta, non con questa squadra, non non questi uomini, non con un pubblico che, nonostante l’inizio, comincia a supportarti e non la finisce più, fino al 90′ inoltrato. Un giorno all’improvviso, così.
I FANTASMI DI BOLOGNA – In terra emiliana era andata così. La vertigine del primo posto in classifica e il contraccolpo psicologico: al Dall’Ara finì 3-2, dopo una gran bella reazione che non portò però al pareggio. Da allora la corsa è ripresa immediatamente, perché non si poteva più sbagliare, perché i treni passano una volta e vanno presi, senza se e senza ma. Il Napoli lo ha capito e da Bologna è tornato, al di là del risultato, con consapevolezza dei propri limiti e della propria forza. Nei primi minuti col Sassuolo è sembrato di vedere una squadra impacciata, quasi impaurita, quasi inconsapevole della sua forza e delle sue capacità. Una squadra che ha sofferto l’inizio degli avversari, ben decisi a far bene anche a Napoli. In passato, probabilmente, una reazione sarebbe stata evanescente. Non con questo Napoli, perché la squadra non molla nulla, non si abbatte, riparte. Non si ferma e non cade vittima della sfiducia, bensì comincia a correre e non si ferma più.
LA REAZIONE – Dal 10′ del primo tempo gli azzurri reagiscono. Sembra quasi di vedere un match del Mike Tyson dei tempi migliori: prendi un colpo, non barcolli e rispondi subito dopo. Gli azzurri sono così, spietati, freddi e cinici. Questa è la prova di una maturità raggiunta e di stimoli che non vengono mai meno. Vincere è l’unica cosa che conta e lo si legge negli occhi dei calciatori, nei movimenti del Pipita Higuain, nelle corse di Callejon, nella determinazione di Albiol, l’autore del fallo che ha poi portato al rigore del Sassuolo e capace di reagire con rabbia e personalità. In passato, probabilmente, non sarebbe successo e staremmo raccontando, oggi, una prova incolore di una squadra inconsapevole di essere grande. Sembra che questo Napoli si sia accorto di essere, finalmente, una grande e di dover dare sempre di più. Quando sei la prima della classe, tutti aspettano un tuo passo falso. Il Napoli non vuole farne più ed ha cominciato la sua corsa che finirà soltanto a maggio. A Bologna la consapevolezza, a Frosinone la conferma, col Sassuolo la prova di una maturità finalmente raggiunta. Ciascuno è artefice del proprio destino. Il Napoli ha il suo, finalmente, nelle proprie mani, nei propri piedi, nella propria testa.
GENNARO DONNARUMMA
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Articolo modificato 17 Gen 2016 - 10:17