Cala il sipario sulla Coppa Italia, scendono i titoli di coda su tante belle storie che sarebbero diventate indimenticabili se solo quel destro a giro di Jovetic fosse sceso un po’ più tardi. L’Inter sbanca il San Paolo: lo fa con forza, poca eleganza, e pure fortuna. Il Napoli si arrende alla sorte, poi a se stessa: perché nel rialzarsi ha finito per sbattere la testa. E l’espulsione di Mertens grida ancora vendetta, specialmente in questo senso.
Eppure gli azzurri abbandonano il terreno del San Paolo con una verità ben precisa in tasca: non era questa, la migliore versione di sé. Perché dal solito pressing alto misto al fraseggio, il Napoli visto contro i nerazzurri s’è mostrato di tutt’altra pasta. Manco a dirlo: pure scadente. Tranquilli, comunque: sarà una sconfitta che aiuterà. Perché ogni trionfo ha il suo attimo catartico che si rispetti, e questo per Sarri può essere una sorta di momento di semplice svolta. E per tre motivi…
#1 PIEDI PER TERRA
Ecco: ripartire dal basso, ritornare umili. Piccole abitudini che non andrebbero mai perse, neanche dopo un titolo di campione d’inverno. Il Napoli non perdeva da quella sciagurata giornata a Bologna: allora, un pizzico di presunzione gli tolse un primo posto meritato e diede inizio alla seconda parte della cura-Sarri. Testa fissa al campo, lavoro che diventa ancora più intenso: fu questo il leitmotiv che ha permesso il ritorno al vertice. Anche stavolta, soltanto il lavoro potrà placare la rabbia e addolcire la pillola.
#2 TESTA AL MERCATO
Chissà, forse Giuntoli ci starà pensando sul serio. Il solo Grassi – più un ipotetico difensore centrale – potrebbe non bastare. E allora la sconfitta con l’Inter diventa quasi indicativa: a dieci giorni dalla chiusura del mercato, il Napoli ha palesato difficoltà e coperta corta. E tocca reagire, e farlo alla svelta. Magari senza soluzioni estreme, semmai ragionando e scandagliando opportunità: da Barba a Soriano (Inter a parte, ancora), serve darsi una mossa per non restare indietro. Il tempo passa, i rimorsi restano. E sanno far male.
#3 UN PENSIERO IN MENO?
Mai come quest’anno l’obiettivo è decisamente perseguibile: niente speranze, ma concrete possibilità di agguantare un sogno. La Coppa era un obiettivo, vero: ma certamente quello meno importante. No, non azzardiamoci comunque a definirlo “un fastidio in meno”. E non parleremo neanche di “torneo con poco valore”. Però su una cosa occorre concordare: nel mezzo di una stagione apparentemente infinita, è l’uscita di scena dalla Coppa Italia meno tragica di tutte. E lo è principalmente per un motivo: perché quell’amaro in bocca sa subito sostituirsi l’euforia del primo posto. A più due dalla Juve, e in corsa per il sogno Europa League, il mondo diventa un posto decisamente migliore. Anche con una Coppa Italia in meno…
Cristiano Corbo
Articolo modificato 20 Gen 2016 - 02:35