Reina 5,5: Una domenica particolare per l’estremo difensore di Cordoba. Meno sicuro del solito quando chiamato in causa dagli, sporadici, affondi avversari. Può poco sulla battuta a rete del solissimo Correa, non mancano invece le responsabilità sullo stacco di Eder che lascia la gara sul filo fino allo scadere. Nota al merito per il pallone sublime servito tra i piedi di Higuain al terzo di gioco.
Hysaj 6 : Una macchia: sonnecchia sul movimento di Eder in occasione del secondo goal avversario. Errore che sposta – solo leggermente – l’asticella di un’ennesima prestazione solidissima. Tanta gamba per l’esterno azzurro che sostiene a dovere un’impermeabile catena di destra. Concentrato in chiusura, senza mai lesinare i consueti spunti in affondo.
Albiol 6,5: Un excursus offensivo proficuo, sombrero elegante ai danni di Barreto in piena area di rigore e piazzato del 2-0 conquistato con astuzia. Una elegante divagazione sulla traccia un di tema che vede lo spagnolo primeggiare ogni qual volta gli avanti doriani si palesano nella sua zona di competenza. Preciso sui palloni alti, una sicurezza nei raddoppi.
Koulibaly 6: Cassano rischia di chiudere la propria gara in preda alla frustrazione. In marcatura il franco-senegalese è un muro. Potente e preciso, concede minimi spiragli. Meno attento nei tempi d’anticipo, avventato sul momentaneo 1-2 avversario allo scadere del primo tempo.
Ghoulam 6: Il più in difficoltà tra gli interpreti della retroguardia. Carbonero lo punta con continuità e costringe l’algerino a badare soprattutto alla sostanza in fase di ripiegamento, dando poco adito alla sua predisposizione offensiva.
(Dal 71′ Strinic sv.)
Allan 6,5: Rispolvera freschezza e piglio non sempre in evidenza nelle ultime apparizioni. Martello costante a battere sulla mediana avversaria, evidenziando limiti e lacune del duo Fernando-Barreto. Gioco azzurro che negli strappi palla al piede dell’ex Udinese trova un riferimento importante per respiro e varianti sempre imprevedibili. Manca solo l’ultimo passaggio.
Jorginho 6,5: Parte sotto ritmo, tre falli in meno di un quarto d’ora ed un giallo a referto. Poi cambia registro, a modo suo. Gestisce la solita, ingente, mole di palloni, tutti in cassaforte, non sbaglia praticamente nulla. Senza rinunciare all’imprescindibile pressione sui portatori avversari.
Hamsik 7: Per larghissimi tratti della gara uomo d’ordine più che d’offesa. Qualche errore di misura, anche insolito per un piede educato come quello del capitano azzurro, bada più agli equilibri accompagnando con accortezza i compagni in mediana. Quando, però, c’è da aggredire l’incontro, tagliando le gambe ad una Samp in inferiorità numerica rispolvera un movimento che ricorda il primo goal in azzurro, proprio alla Sampdoria, dribbling secco in area e, questa volta, punta velenosa in allungo con cui marchia a fuoco il sigillo numero 96 in maglia azzurra.
Callejon 6,5: Attacca e difende, un mantra che risuona ormai come una nenia irrinunciabile. Assiste con profitto la manovra, sontuoso un tacco per l’accorrente Higuain nella prima frazione di gara, difende con metodo e fisicità, con applicazione costante alle consegne del tecnico. Unico nel suo genere, ma non è una novità.
(Dall’84’ El Kaddouri sv.)
Insigne 7: Il duello a distanza con l’amico Cassano è contraddistinto da una vittoria schiacciante per il folletto di Frattamaggiore. Incontenibile per i malcapitati esterni avversari, in qualche occasione finisce per intestardirsi alla ricerca della giocata da cineteca. Freddo dal dischetto, è da un suo ennesimo numero lungo l’out mancino che nasce la doppia ammonizione di Cassani che mette, definitivamente, la gara sui binari più lieti.
(Dal 75′ Mertens 6,5: E’ un tormentone, ma è pura realtà. Come impatta lui sulle gare in corso, davvero in pochi. Cinque minuti dal suo ingresso in campo, giusto il tempo di incidere deciso i titoli di coda su una gara scoppiettante. Diagonale vincente ed abbraccio a Chalobah, segnali forti da un gruppo solido e maturo.)
Higuain 7: La legge del Pipa ammette rare eccezioni, due – inusuali – si palesano in quel di Marassi. Dimostrazione al 4′ di gioco quando imbeccato da Reina spara alto a due passi da Viviano, bis alla mezz’ora della ripresa dopo aver aggirato l’estremo difensore avversario. La redenzione nel goal che sblocca l’incontro al decimo: il goffo retropassaggio di Barreto stende il tappeto rosso all’argentino che griffa con freddezza il ventunesimo centro in campionato. Il goal come centro nevralgico ma il lavoro al servizio della squadra, quando abbassa il suo raggio d’azione sgomitando e accompagnando l’azione, è la nota in più ad avvalorare quanto ormai il nove azzurro sia uomo squadra, oltre che bomber principe. Trascinante.
Sarri 7: Il fiume di parole e polemiche di questa lunga settimana ormai alle spalle, spazio a quello che il tecnico azzurro preferisce, il campo. Per quaranta minuti l’undici base risponde ad ogni singola sollecitazione del tecnico, Sampdoria alle corde fin dal fischio d’inizio sotto le giocate sinuose, a memoria, del collettivo azzurro. Padrone del campo, in sicurezza, forse troppa ed i blucerchiati in contropiede accorciano le distanze allo scadere della prima frazione di gara. Nella ripresa il match abbandona il percorso della sicurezza mettendo in scena un festival del goal che per parte azzurra non lascerà di sicuro il tecnico del tutto soddisfatto. Il risultato, però, è ciò che conta, quinta vittoria consecutiva allungando, con decisione, sull’Inter e staccando momentaneamente la Juventus di cinque punti.
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