Non sembrava giornata. Quando ti arriva la palla e al quarto minuto la mandi alta, sopra la traversa, probabilmente la fortuna (e la freddezza) non girano dalla tua parte. Non è così, non è mai così per Gonzalo Higuain, il trascinatore del Napoli, il vero lider maximo vestito d’azzurro. Con la Sampdoria la sua zampata non può mancare: Barreto serve la palla del vantaggio su un piatto d’argento, sul red carpet del Pipita. Il valzer del Napoli comincia così, col ventunesimo goal in campionato di un attaccante che ormai non ha più aggettivi per essere descritto.
Il gol ma soprattutto la squadra: viene prima quello, il gruppo è tutto e questo Higuain si è reso conto che lui è un fenomeno, ma i ragazzi che giocano alle sue spalle meritano non uno ma cento ringraziamenti. Ogni azione è tutta rivolta a lui, finalizzatore, giocatore più rappresentativo, quasi anima dello spogliatoio. Ma il meglio di sé il Pipita lo da quando si sveste, toglie i panni della tigre affamata e si trasforma in formica: si, proprio la formica, l’animale laborioso, quello che lavora con e per gli altri. Quando si abbassa, la partita cambia: prende palla, protegge e serve i compagni. Non è un solista, ma parte di un coro di cui è il principale interprete. Meraviglioso, un calciatore da registrare più e più volte per ammirarlo meglio. Mai banale, in ogni sua azione c’è un tocco di classe non indifferente. Sciupa ancora, ma la Serie A ha un solo padrone, sia tra i marcatori, sia tra le squadre: Higuain ed il Napoli, il Pipita e gli azzurri. Nessuno si nasconde più, si gioca a carte scoperte ed ognuno ha le sue chance. Da gennaio a maggio sarà un tour de force da vivere tutto d’un fiato. Higuain è pronto a correre.
È il nove più forte al mondo e, all’ombra del Vesuvio, se ne è reso conto. Ogni domenica non perde mai occasione per rimarcare la sua legge, la legge del Pipita. Un calciatore che farebbe comodo a chiunque e che ha tutte le carte in regola per vincere il Pallone d’Oro, probabilmente il premio più ambito da tutti i professionisti: da qualche anno il riconoscimento ha solo due padroni, un portoghese ed un altro argentino, un dieci, che gioca a Barcellona. Higuain ha tutte le carte in regola per inserirsi a tavola con i due calciatori più forti al mondo, può farlo veramente col Napoli, con cui sta scrivendo pagine importanti, in attesa di scrivere la Storia, con la S maiuscola. Perché forse fino a quando giocheranno Messi e Cristiano Ronaldo, il Pallone d’Oro resterà un affare per due ma questo Higuain, in questo Napoli, con questo Napoli, il suo Pallone d’Oro lo ha già vinto. E lo hanno votato Sarri, i tifosi azzurri e mezza Europa. Chapeau.
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