La prima volta non si scorda mai, ma la seconda non sarà poi da meno. Oggi come allora, Dries Mertens torna a rendersi protagonista, andando nuovamente a segno in questo campionato. Cinque vittorie di fila, in quell’ormai lontano 18 ottobre, cinque vittoria di fila con questa di Genova. Il sigillo col Palermo regalava al Napoli il fascino delle candidate allo scudetto, quello coi blucerchiati la conferma dei meriti di capolista. Nel mezzo il brutto infortunio e appena tre reti, tra Europa e Coppa Italia. Poco spazio per il belga che, come da tradizione, si esalta ancor di più a gara in corso. Lo sa bene Sarri, che ai primi sbandamenti di Insigne, protagonista indiscusso della trasferta di Marassi, si affida alla sua carta migliore, quella vincente.
VANA ILLUSIONE – Scappa il Napoli, seppur qualche errore insidioso e qualche rete di troppo subita, ma il parco attaccanti di Sarri restituisce conferme e infonde fiducia. Il tempo è poco per tutti, ma all’occorrenza colpire è legge base in casa Napoli. La fame di Montella&Co preoccupa gli azzurri, ripetutamente in affiatamento e due volte ad un soffio dal recupero degli avversari. Ma la speranza ha più le sembianze di illusione. E se il gol di Hamsik non bastava, quello di Mertens non perdona: la firma del belga mette in cassaforte i tre punti e distrugge i sogni di gloria di una Samp rimasta in dieci. Il sinistro teso buca Viviano e allontana le rivali. Sei i punti su Fiorentina, reduce dalla vittoria nell’aperitivo domenicale col Torino, sei sull’Inter, beffata allo scadere da Lasagna.
CUORE BELGA – Una speranza per gli azzurri, una per Mertens. Così Dries dimentica la settimana amara: l’espulsione per simulazione nella gara con l’Inter e la successiva decisione del giudice sportivo sono già ricordi lontani. Sul viso del belga torna a splendere il sorriso. 31 i colpi sferrati dall’attaccante azzurro dal suo approdo ai piedi del Vesuvio: pochi se paragonati ai numeri di quel fuoriclasse che gioca al suo fianco, non pochissimi in relazione al minutaggio che da sempre non sta dalla sua parte. Oggi, però, solo flash da incorniciare: accanto alla soddisfazione della pratica archiviata, un gesto ricco di parole. Per un attimo Marassi torna a tacere, i cori beceri sono solo una parentesi, come le polemiche sterili settimanali sul caso Sarri-Mancini. Un abbraccio ricco di umanità, sinonimo di cuore ed anima, ancor prima che di gambe e polmoni: una dedica speciale, per un amico che il sorriso l’ha visto sparire in pochi istanti. Così il miglior frame di Genova rimarrà l’abbraccio, lungo e silenzioso, tra Mertens e Chalobah. A lui la dedica – forse promessa – del belga dal cuore d’oro.
Articolo modificato 24 Gen 2016 - 22:04