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Suo l’assolo più deciso nella sesta sinfonia. Classe e carattere che si esaltano nel trionfo: il migliore in campo per SpazioNapoli è…

La sesta sinfonia. Sesta vittoria consecutiva per il gruppo di Maurizio Sarri con il vezzo del sesto pokerissimo stagionale – dopo Brugge, Legia Varsavia, Mitdtjylland, Lazio e Frosinone – superando un avversario arduo da affrontare per chiunque. Ci ha provato, l’Empoli di Marco Giampaolo, assaporando il colpo grosso dopo il vantaggio di Paredes e finendo, alla distanza, schiantato da un terribile connubio di classe e cattiveria agonistica. Tutto sapientamente incardinato nelle idee di gioco del tecnico partenopeo. Una vittoria all’insegna del gioco e del carattere, la risposta più decisa al momentaneo sorpasso della Juventus.

Novanta minuti tutta concentrazione e solidità per la difesa partenopea. Il sussulto toscano una mera casualità, gli equilibri della linea difensiva non vanno mai in discussione. Primeggia Hysaj sulla fascia destra. Gli ex compagni del classe ’94 partenopeo cercano il varco dalle sue parti in più occasioni, senza mai trovare reale fortuna. Maccarone il più insidioso, ma al netto di un’ammonizione – che non permetterà all’albanese di prendere parte alla sfida contro la Lazio – la vita è davvero grama sotto l’incedere costante e deciso del numero 2 azzurro. Reattivo in marcatura e ripiegamento, con i soliti spunti in avanti a foraggiare un’infuocata catena di destra. Tiene il passo delle ultime, eccellenti, prestazioni Raul Albiol. La colonna della difesa 4 a di Sarri, mente e leader assoluto, incedere serafico e elegante, in marcatura ed in impostazione. Mai un guizzo, una vera insidia all’orizzonte quando l’ex Valencia fa sentire la propria presenza.

Più che un trittico di centrocampo una vera e propria cerniera nella zona nevralgica del campo. Allan, Jorginho e Hamsik fanno a fette il reparto a schermo empolese senza alcun margine di rimorso. Il brasiliano è un moto perpetuo, su ogni pallone, difende, azzanna e riparte con una continuità impressionante. Ossigeno puro, come di consueto, negli equilibri della manovra partenopea. Perfetta la prestazione dell’italo-brasiliano, mansioni adempiute alla prestazione. Vertice basso con licenza di opprimere, ai limiti dell’asfissia, il sempre insidioso Saponara, che non può far altro che assistere ad un predominio assoluto. Impeccabile in fase di filtro, una certezza quando c’è da ragionare, impostare e dettare i tempi di gioco. Un regista gara dopo gara sempre più proiettato a livelli elevatissimi. Sublime, invece, il miglior aggettivo per descrivere il capitano azzurro, uomo a tutto campo, ora più che mai vicino ai due giocatori da sempre accostati al numero 17 partenopeo, Gerrard e Lampard. Riferimento imprescindibile in ogni proiezione azzurra, avanza a testa alta e fa male, malissimo quando esprime tutta la sua visione di gioco. Personalità e rendimento che trasfonde, in ugual misura, in fase difensiva.

Altri cinque reti, dicevamo, l’ennesimo show del reparto offensivo azzurro che vale ogni centesimo del prezzo del biglietto. Higuain sgomita, sparacchia un paio di palloni comodi, lotta fino all’uscita dal campo – toccato duro da Skorupski – e anche quest’oggi tiene il passo della sua media monstre. Stacco perfetto per tempi e precisione e palla nel sacco per il pareggio azzurro ed il ventiduesimo goal in campionato. Per quarantacinque minuti Lorenzo Insigne disegna calcio, incanta, varca i confini della perfezione. Una tormenta, glaciale, sull’out mancino che lascia di sasso i suoi diretti avversari, cavalcate trascinanti, giocate sul velluto, uno spettacolo nello spettacolo. Poi ci sono i marchi di fabbrica, l’assist per il pareggio del Pipita è morbido, delizioso. Un piccolo capolavoro a cui la punizione del raddoppio ruba la scena rievocando ricordi mai sopiti in riva al Golfo. Il migliore in campo è però Josè Callejon. Un androide, una certezza tattica e tecnica. Quinto difensore, quarto centrocampista, esterno destro del tridente. Un uomo ovunque che corre, si batte, raddoppia in marcatura e affonda nella difesa avversaria. Dai suoi piedi passano gli ultimi tre goal del Napoli, suo il cross che propizia l’autorete di Camporese. Poi la doppietta, alzando la media in campionato e toccando quota nove goal stagionale. E per un uomo a tutto campo, scusate se è poco.

Edoardo Brancaccio

 

 

Articolo modificato 31 Gen 2016 - 21:29

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Scritto da
redazione