Era difficile e si sapeva. L’avversario era di quelli ostici e l’inizio di gara contro l’Empoli sembrava confermare i pronostici della vigilia. Se poi vai sotto di un gol, nato da una deviazione fortunata, allora pensi che la fortuna questa volta non giri dalla tua parte e che le cose non andranno nel verso giusto. Un vecchio Napoli sarebbe rimasto vittima del più classico dei contraccolpi psicologici, quelli che bloccano una partita e non permettono di rimettere le cose per il verso giusto. Questo Napoli no.
La reazione avuta dai ragazzi di Sarri, subito dopo la rete dell’Empoli, stata da grande squadra, ancora una volta in questa stagione. Gli azzurri non hanno accusato lo svantaggio, o forse si, ma solo per un secondo, prima di ripartire più veloci di prima col solito gioco corale fatto di passaggi, verticalizzazioni e tiri. Dal ventisettesimo in poi non c’è stata più partita ed il Napoli ha portato a casa un’altra manita, a poche settimane di distanza da quella realizzata contro il Frosinone. Il Napoli conquista la sesta vittoria di fila e si rilancia al primo posto in classifica, a quota cinquanta punti, a più otto dalla terza, a più nove dalla quarta, a più dodici sulla quinta. Il campionato, via via, comincia ad essere un affare per due. Da Verona chiamano con quattro reti, da Napoli rispondono Higuain, Insigne ed uno stoico Callejon, jolly tattico del Napoli, prezioso in difesa e in attacco, dove realizza altri due gol, per la seconda volta consecutiva tra le mura di un San Paolo che non smette mai di dare il suo fondamentale apporto. L’Empoli è tramortito, non perché molli ma perché il Napoli lo costringe alla resa, sottomettendo, da grande squadra, una rivale di tutto rispetto.
Un Napoli finalmente grande squadra, mix perfetto di tante componenti: calciatori, allenatore e società, pubblico. Una unica sinergia, un unico coro che suona la stessa musica e che non si fa sottomettere nemmeno dalle sventure di una sorte che, a volte, può essere crudele. Non oggi, non quest’anno. Perché il Napoli riparte e vince, senza puare e senza timori. L’identità della squadra non viene mai meno, lo spettacolo è sempre assicurato. Ora testa a Roma, c’è un’altra vittoria da conquistare ed una corsa che continuerà, senza sosta, per altre sedici partite.
Gennaro Donnarumma
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