Koulibaly il grande, in campo e fuori

Quindici minuti. Tanto è bastato a Kalidou Koulibaly per far capire a Candreva e compagni che, probabilmente, non sarebbe stata serata. Il gigante buono della difesa del Napoli, chiude perfettamente in scivolata sull’ex esterno di Juventus e Udinese, prima di ripartire, palla al piede. Testa alta, petto in fuori: Kalidou il grande erra per il manto erboso senza sollevare la bocca dal fiero pasto. Impetuoso, impeccabile, come da tempo oramai gli capita.

Non contento dell’operato di Candreva, che riesce a sfondare sulla destra su Strinic, ma non sul franco-senegalese, Pioli è costretto a dare una svolta al match dei suoi: Felipe Anderson si scambia con l’ala italiana. Cambiando l’ordine dei fattori, tuttavia, il risultato non cambia: il verdeoro non trova mai lo spunto giusto. In realtà ci prova una sola volta, venendo travolto dalla scivolata del centrale azzurro. Niente da fare, non c’è trippa per gatti.

Prestazione solida, senza sbavature, anche se nel secondo tempo, così come il resto della squadra, cala leggermente la concentrazione, sua e del reparto intero. Il motivo è becero: la testa vaga, i pensieri anche. Koulibaly perde certezze, distratto da ciò che con il calcio non dovrebbe mai avere a che fare. L’ammonizione finale non cambia la sostanza delle cose. A fine gara, il gesto che vale più di tanti altri: Kalidou è grande, in campo e fuori.

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