Nella giungla del calciomercato, in cui perdersi è facile, a volte si trovano delle storie che regalano un tesoro di emozioni. I nomi nuovi all’ombra del Vesuvio non sono soltanto quelli di Regini e Grassi: anche la Primavera ha un suo volto fresco: si tratta di Mario Tammaro, attaccante esterno classe 1998. Il Napoli l’ha prelevato in prestito dal Carpi riportando a casa il ragazzo.
Sì, a casa, perché quella di Mario, nativo di Boscoreale, inizia come molte delle storie recenti: uno dei tanti giovani campani che mettono il proprio talento a disposizione di formazioni del nord Italia. Arriva però l’occasione della vita, quella tanto desiderata, quella che potrà permettere di riscrivere il finale: la possibilità di giocare con l’azzurro del Napoli, la squadra del cuore.
“È contentissimo di essere approdato al Napoli“, ci racconta con voce emozionata il papà, Aniello. Il percorso che l’ha portato fin qui è stato duro, partendo dai primi calci dati ad un pallone all’età di 5 anni. Poi la crescita, il primo torneo a Roseto degli Abruzzi (TE) all’età di 6 anni contro ragazzini di 10 e 11 anni e il gol vittoria in finale. Quindi l’approdo alla scuola calcio “La Ginestra” di Torre del Greco dove attira l’attenzione di tante società, tra cui anche quella partenopea. I tempi però non sono ancora maturi per un suo approdo in azzurro, ecco perché la soluzione Sorrento in quel momento è la più congeniale per la crescita di Mario. Il direttore Borrelli lo segue con interesse e alla fine lo strappa alla concorrenza. Disputa due campionati con i rossoneri nella categoria dei Giovanissimi Nazionali (di cui uno sotto età) con prestazioni da urlo che gli valgono anche due presenze in Nazionale. La crescita di Tammaro è evidente e tantissime formazioni se lo contendono, ma alla fine a spuntarla è il Genoa che offre al Sorrento una cifra superiore a centomila euro pur di accaparrarselo.
Quello rossoblu è uno dei migliori settori giovanili d’Italia e l’offerta è irrinunciabile. Così Mario, a soli 14 anni, va via di casa e si trasferisce a Genova. “È stata durissima vedere mio figlio fare le valigie e andare via di casa così presto, – ci racconta sempre il papà – però l’esperienza che ha fatto è stata fantastica. Già allora dimostrò di avere una maturità fuori dal normale. Ora, nonostante ancora non abbia compiuto 18 anni (lo farà il prossimo giugno, ndr), posso considerarlo un vero uomo. Sono orgoglioso di lui“.
Così comincia l’avventura di Tammaro con la maglia del grifone dove ha come allenatore Massimo Oddo, campione del mondo nel 2006 e attuale allenatore del Pescara in Serie B. Divide la stanza con Giuseppe Panico, centravanti della Primavera genoana che ha collezionato anche 2 presenze in Serie A, e il napoletano Rolando Mandragora (centrocampista in prestito al Pescara e dell’Under 21, acquistato poche settimane fa dalla Juventus) di cui è grande amico. Le cose però non vanno benissimo dal punto di vista tecnico. Oddo infatti lo vede come terzino, lui si sente un esterno d’attacco ed è proprio in avanti che riesce ad esprimere il meglio di sé, dove partendo da sinistra riesce ad accentrarsi per far esplodere il suo potente tiro di destro. Ecco perché l’anno successivo il Genoa decide di mandarlo in prestito al Carpi del ds Cristiano Giuntoli, deus ex machina del club emiliano.
Il primo anno gioca da vero leader con la formazione degli Allievi Nazionali e le sue prestazioni sono così notevoli che riesce a ritagliarsi anche uno spiraglio in Primavera dove colleziona 4 presenze (pur avendo due anni in meno rispetto alla media della categoria). Giuntoli è entusiasta di Tammaro, stravede per lui e così già ad aprile prova a strappare l’attaccante al Genoa. Il trasferimento si perfeziona questa estate, ma alla guida del club emiliano non c’è più il ds, che intanto è passato al Napoli.
Alla guida del Carpi cambia un po’ tutto e il nuovo allenatore della Primavera predilige giocare con il 3-5-2, modulo che mal si sposa con le caratteristiche del calciatore che colleziona soltanto 3 spezzoni di gara in campionato ed 1 in Coppa Italia. Il giovane classe ’98 chiede così di poter andare via, nonostante avesse avuto anche l’opportunità di allenarsi agli ordini di Castori, e a malincuore la dirigenza emiliana accetta la sua richiesta. Su Tammaro così si fiondano diverse società, tra cui formazioni dilettantistiche che gli offrono anche un posto in prima squadra. Ma il suo sogno si chiama Napoli, e appena si paventa la possibilità di approdare in maglia azzurra non ha dubbi. Spinge per tornare a casa e giocare con il club del suo cuore.
Giuntoli lo conosce, lo stima. Ed è quindi probabile che dietro al suo acquisto ci sia proprio lui. Non è infatti difficile pensare che il neo ds azzurro lo abbia caldamente raccomandato al responsabile del settore giovanile partenopeo, Gianluca Grava. Tammaro il 15 gennaio approda in riva al golfo. Due settimane di prova con la Primavera sono sufficienti per convincere il Napoli che lo preleva in prestito dal Carpi. Le caratteristiche tecniche del ragazzo si sposano a pennello con il 4-3-3 di mister Saurini. Inoltre, le partenze di Gaetano e Selva nel mercato di riparazione, e l’infortunio di Liguori, hanno ridotto all’osso il reparto offensivo degli azzurrini. Per Tammaro, che difetta ancora un po’ nei compiti in marcatura e ripiegamento difensivo, ma che ha evidenti qualità balistiche e una straordinaria velocità che abbina ad un gran movimento senza palla e ad una buona struttura fisica (è alto 183 cm), ci sono quindi a disposizione 10 partite di campionato e il Torneo di Viareggio (che inizierà il 14 marzo) per dimostrare il suo valore e per convincere il Napoli a puntare forte su di lui anche per il futuro, riscattandolo dal Carpi.
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Pasquale Giacometti
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Articolo modificato 5 Feb 2016 - 21:03