Gavetta, certo, ma non solo. Non è soltanto questo l’aspetto che lega Maurizio Sarri, allenatore del Napoli, a Fabrizio Castori, mister del Carpi che è approdato quest’anno per la prima volta in Serie A e che domani, dopo la gara d’andata, si ritroveranno contro per stringersi la mano e farsi i complimenti per il cammino che stanno ottenendo con le rispettive squadre. Storie simili, genesi professionali praticamente identiche: la gavetta scrive la storia, ancora una volta e lo fa tramite due personaggi che si sono imposti, nel mestiere che più gli competeva, partendo dal basso.
Umiltà, per entrambi, prima di tutto, frutto soprattutto dalla natura della formazione professionale. Sarri è consapevole della fatica fatta per emergere e, così come Castori, torna su questo aspetto analizzando proprio la trafila fatta dal mister degli emiliani: “Anche lui ha fatto un percorso lungo, un allenatore in tuta che viene dalla gavetta. Uscire da certe categorie è difficile. Non per forza partire dal basso significa arrivare in alto”.
Tante le analogie tra i due allenatori, soprattutto per le origini. Chi dal Tolentino, chi dall’Antella (Promozione ed Eccellenza), prima di arrivare ad allenare ad Empoli e Cesena, ma anche Napoli e Carpi, che domani si giocheranno le rispettive possibilità di Scudetto e salvezza: “Non è la squadra dell’andata, l’ha dimostato in svariate occasioni, come a Milano e Firenze”. Vero, perché se il giovane Carpi nel girone d’andata, acquisiva maturità e consapevolezza (in proporzione, come il Napoli), in queste prime sfide di ritorno i carpigiani stanno sorprendendo anche per sviluppo della trama e idee di gioco. Per questo, e per tanti altri motivi, la sfida di domani si presenta come tutt’altro che una passeggiata, con Castori che vuole mettere nuovamente i bastoni tra le ruote al gemello Sarri.
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