Magari ci fossero più calciatori come Gerry De Simone. Ragazzi che corrono per 4, lottano dal primo all’ultimo minuto e che mettono il cuore in quella maglia e in quel pallone. Il tutto ovviamente sognando di calcare palcoscenici d’elite, magari con la tanto cara casacca azzurra. A questi livelli, però, il calcio è più genuino, conserva ancora quel pizzico di romanticismo tipico dei ragazzi. Non esistono sponsor, soldi e spendaccioni che arrivano dalla Cina: ci sono solo ragazzi a malapena maggiorenni che antepongono la passione e il sacrificio al guadagno. Uno di questi è Gennaro De Simone, il motore del centrocampo della Primavera azzurra.
Una passione per il calcio sbocciata prestissimo, alla tenera età di 6 anni. Facile quando hai un padre ex calciatore. I primi passi alla scuola Calcio Azzurri di Torre Annunziata, dove resterà fino ai 13 anni. Poi arriva la chiamata del Napoli, un provino nel 2010 e il coronamento di un sogno: vestire la maglia azzurra. Papà Salvatore gli ha insegnato i valori più belli di questo sport, ma il resto è merito del carattere di Gerry: chi lo conosce racconta di un ragazzo serio e testardo, uno che vuole farcela a tutti i costi. Sfondare nel mondo del calcio l’obiettivo, senza però dimenticare la scuola: “E’ uno studente esemplare – racconta il padre, Salvatore, ai nostri microfoni – è riuscito a unire il calcio allo studio e si è diplomato” .
Con il mister, poi, un rapporto di stima e fiducia: lui lo preferisce schierare come recupera-palloni piuttosto che come creatore di gioco, Gerry si adegua, anche perché per caratteristiche ricorda vagamente Allan: “Nonostante sia spesso rimproverato il mister lo stima molto, anche l’anno scorso quand’era sotto età ha giocato tutte le partite”.
@VittorioPerrone
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Articolo modificato 8 Feb 2016 - 21:59