Corsi e ricorsi storici. Ne sa qualcosa Moreno Ferrario, difensore del Napoli dal 1977 al 1988, destinato ad entrare negli annali del calcio, per diversi motivi. L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport ricorda lo storico successo del Napoli di Maradona a Torino, un clamoroso 1-3 che lanciò poi il club di Ferlaino alla conquista del primo scudetto, nel 1986-1987.
Nel 1981 Ferrario era stato protagonista di un autogol contro il già retrocesso Perugia e, suo malgrado, aveva escluso il Napoli dalla lotta per il titolo. Il 9 novembre 1986 però proprio Ferrario entrò di diritto, e in eterno, nel cuore dei supporters partenopei che mai lo avevano abbandonato.
C’è Juve-Napoli, al Comunale di Torino. Gli azzurri non vincono all’ombra della Mole dal 1957 ma stanno lottando coi bianconeri per il primato. Dal 1980 la Juve ha già vinto quattro scudetti e i bianconeri passano in vantaggio con la rete di Laudrup. Il Napoli trova un insuperabile Tacconi sulla sua strada ma nel secondo tempo cambia qualcosa.
Romano batte un angolo, la palla passa a Ferrario: non si sa come, ma il centrale varesino calcia e, dopo un paio di rimbalzi, la palla finisce in rete. È 1-1, con la firma di chi meno ti aspetti. “Ho tirato male, forse per questo ho segnato” – dirà a gara conclusa. Intanto la partita è di nuovo sulla giusta strada ed il Napoli sta giocando meglio. Maradona parla con Bagni a centrocampo, intorno al trentesimo: la storia cambia per sempre. Poco dopo un angolo del Pibe trova la testa di Renica che sporca la palla che finisce a Giordano: tiro al volo e gol del vantaggio. Corsa sotto la curva, urlando più di Tardelli al Mundial del 1982. Entra poi Volpecina, che insacca il 3-1. Scoppia la festa e comincia una cavalcata inarrestabile che terminerà il 10 maggio 1987, il resto è storia.
Una gara decisa da uno dei gregari di quella squadra. Sabato c’è Juventus-Napoli, trent’anni dopo, in uno stadio diverso. Ma sempre con una grande impresa da compiere.
Articolo modificato 10 Feb 2016 - 11:23