A Sanremo hanno trionfato gli Stadio. A Torino, mentre si chiudeva il match scudetto tra Juve e Napoli, vinto dai bianconeri, trionfava proprio il pubblico della Vecchia Signora. Si, e non stiamo sognando. È andata proprio così: nessun coro razzista nei confronti di Napoli e dei napoletani. Dovrebbe essere la normalità ma, purtroppo, non è così. Spesso, in altri stadi di Italia, si intonano spesso cori beceri e discriminatori nei confronti non solo di una squadra ma di un intero popolo, apostrofato con gli ormai tristemente celebri “colerosi”, “terremotati” e chi più ne ha più ne metta.
L’ultimo episodio proprio a Roma con la Lazio, con vittima Kalidou Koulibaly e con protagonista l’arbitro Irrati, che decise di sospendere giustamente il match. A Torino, dopo anni, finalmente non è successo nulla di tutto ciò e i motivi possono essere molteplici, non solo legati ad una possibile squalifica che avrebbe colpito tifosi della squadra campione d’Italia. Va bene lo sfottò, che è parte integrante del calcio. Cantare, per goliardia, per caricatura verso i tifosi avversari, un coro o una canzone, non è certo più offensivo di cori ben peggiori che purtroppo, sistematicamente, siamo costretti a riportare e a sottolineare. Perché i progressi sono tanti e continueranno ad essere tanti, ma l’ignoranza è un fenomeno ben radicato nella nostra società e spesso prende il sopravvento. A Torino no: perché ci si è limitati a cori di supporto per i propri tifosi e ai consueti fischi per un avversario che alla Juve, tutto sommato, ha fatto un po’ paura. Rispetto in campo, ma soprattutto sugli spalti, per una partita che non meritava di essere macchiata dal becerismo e dall’inciviltà. La gara era importante e lo hanno capito soprattutto i tifosi della Juve che, in qualche modo, hanno deciso di seppellire un’ascia di guerra che durava, inutilmente, da anni.
Si sono affrontate due squadre dall’immenso valore, capaci di offrire uno spettacolo degno di nota: partita bloccata, preparata alla perfezione dai due tecnici, una gioia per gli amanti della tattica. Dallo Juventus Stadium escono solo applausi, per i vincitori e per i vinti, che escono senz’altro a testa alta. E, per una volta, senza essere insultati. Perché la competizione fa bene al calcio ma quando sfocia nella violenza, fisica o verbale che sia, si tocca veramente il fondo. Non è successo, per fortuna. Non è andata come in molti sostenevano, per fortuna. Perché esiste ancora un briciolo di civiltà, c’è ancora un briciolo di onore e c’è ancora un minimo di intelligenza. Alla faccia di chi dice che gli stadi sono solo luoghi di perdizione e che andrebbero chiusi. In una partita importante, tra due squadre mature, anche il pubblico supera l’esame ed è protagonista, in positivo, questa volta. Una cosa da sottolineare, per il calcio italiano: lo Juventus Stadium e il mondo bianconero, da sempre, sono luoghi ostili per chi tifa Napoli ed è napoletano. Durante la sfida più importante dell’anno no. Lezione di civiltà? Si è finalmente capito che è inutile alimentare odio e rancore e che è finalmente giunto il momento di dare un calcio a fenomeni di medievale memoria?
Perché, figuriamoci, tutti si indignano per i cori, ma comunque, per chi offende pesantemente Napoli e i napoletani, vale sempre il “non sapete quanto è bello essere napoletani”. Ogni altra risposta sarebbe superflua.
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Articolo modificato 14 Feb 2016 - 09:49