Reina 5,5: Rimedia bene ad un suo errore nella prima frazione di gara, con un intervento plastico. Ad eccezione del caso in questione il Villarreal lo chiama in causa raramente, più corretto dire praticamente mai e se accade tutto viene gestito nella più ordinaria amministrazione. La punizione di Denis Suarez è potente, impatta sul montante e finisce mestamente in rete, l’azzurro di Cordoba la sfiora, può poco altro, ma non appare pienamente reattivo.
Hysaj 6: La spinta degli avversari sugli esterni è costante e crea la dovuta apprensione. Una gara dedita soprattutto al contenimento, dove il classe ’94 azzurro non batte ciglio. Contiene quando necessario e prova a proporsi.
Chiriches 6,5: E’ un titolare a tutti gli effetti, la serata del Madrigal non smuove questa convinzione. Le sbavature sono impercettibili, sempre sicuro nella lettura dei movimenti avversari. Quando c’è l’occhio guardingo e sornione del centrale ex Spurs non c’è da stare in apprensione, emerge in un paio di interventi in surplace.
Koulibaly 6: Il mancino di Zaza un colpo di spugna che non lascia particolari strascichi. La precisione in marcatura è la solita, efficace e reattivo quando dalle sue parti si desta l’eventuale affondo avversario. Identica la resa quando c’è da ripiegare con rapidità. Un appunto però non manca: troppa leggerezza in fase d’impostazione, per la furia del tecnico azzurro.
Strinic 6,5: Un primo tempo macinando metri con personalità sulla fascia sinistra. Bene in marcatura, fluida la falcata, è il croato l’esterno chiamato alla spinta nei disegni di Sarri mentre sul lato apposto si bada agli equilibri. In fase di non possesso l’apporto diviene essenziale nella seconda frazione di gara: sempre lesto a mettere una pezza trovando diagonali sempre azzeccate.
David Lopez 6: Staziona sulla catena di destra in luogo di Allan e non demerita assolutamente. Si propone e fa filtro, cercando anche il tracciante ad ispirare i compagni e lo spunto, con gli spagnoli che non lesinano gli interventi più duri. Sarri lo ritiene un elemento affidabile, fiducia ampiamente confortata dai fatti.
(Dall’82 Allan sv.)
Valdifiori 5,5: L’aria d’Europa da respirare a pieni polmoni, spazi più ampi ma Marcelino, comunque, predica grande accortezza e sapienza nella zona nevralgica del campo. Va a singhiozzo quando c’è da fare legna ed è da un suo ingenuo fallo che nasce la decisiva punizione di Suarez, un errore che marchia a fuoco il suo incontro. Quando è chiamato ad ispirare lo fa in bello stile. All’ora di gioco innesca Callejon con un tocco morbido, dai tempi giusti, ma lo spagnolo non chiude l’azione con la stessa precisione.
Hamsik 5: A Torino ha marcato visita, al Madrigal l’imperativo di rimediare. Dalle sue folate nasce la chiave delle ripartenze partonopee, ma non riesce ad innescare la scintilla giusta, perdendosi troppo spesso in un limbo fatto di giocate a metà. Alla lunga sembra accusare un po’ di stanchezza.
Callejon 6: La catena di destra non può prescindere dal numero 7 di Motril, l’intero collettivo non può farne a meno visto che l’ala scuola Real quando deve si prodiga al raddoppio anche sull’out mancino. In avanti però, la sostanza non è la stessa, si propone con veemenza ma manca la freddezza negli ultimi venti metri: il lob vellutato di Valdifiori all’ora di gioco che lo mette a tu per tu con Areola meritava sicuramente sorte migliore
(Dal 72′ Insigne sv: più nervosismo che altro.)
Mertens 5: Lezioso, mai realmente propositivo, persino frustrante in alcuni frangenti di gara. Dal numero 14 di Leuven l’attesa trepidante per la giocata imprevedibile a scardinare la retroguardia amarilla, vana purtroppo. Non arriva il canonico cambio con Insigne e termina la gara spostando il suo raggio d’azione, ma il risultato non è quello propriamente atteso dal tecnico azzurro. Ironia della sorte, il pezzo forte della sua serata spagnola si manifesta in fase di non possesso, una primizia.
Gabbiadini 5,5: Tanto movimento a sgomitare nella coriacea retroguardia amarilla, l’occasione giusta arriva alla mezz’ora della prima frazione di gara ma viene anticipato ad un passo dall’arrivo. Le occasioni latitano e neanche quando prova ad innescare il suo mancino il risultato è mai quello atteso. Che non diventi un caso, un talento – e patrimonio – simile, non può andare sprecato.
(Dal 67′ Higuain 5,5: Un ingresso in campo da profeta chiamato a risollevare le sorti dell’incontro. Esce mestamente a testa bassa come il resto del gruppo. Nessun coniglio dal cilindro, la musica non cambia neanche con l’ingresso dell’argentino che finisce inghiottito nell’imbuto ad hoc creato dal tecnico avversario nel muro di cinta spagnolo.)
Sarri 5,5: Seconda sconfitta consecutiva, in stagione non era mai accaduto. Anche questa rappresenta una novità, il Villareal è avversario tosto, coriaceo da affrontare, soprattutto tra le mura amiche. Il Napoli produce il giusto, senza però brillare, un arbitraggio più lineare avrebbe potuto invertire i binari di un incontro che invece prendono, sulla punizione di Suarez, un’unica direzione. I sei cambi doverosi nell’ottica di un febbraio a ritmi elevatissimi. L’obbligo e ripartire subito, da lunedì. La retroguardia tiene con i soliti precisi meccanismi, ma la brillantezza e l’ariosità nel fraseggio sembra accusare qualche battuta d’arresto inaspettata. Qualche azzurro sembra non rispondere alle sue sollecitazioni, ne prenda atto.
Articolo modificato 19 Feb 2016 - 10:35