Niente contro sorpasso. Il Napoli sbatte sulla muraglia eretta dal Milan di Sinisa Mihajlovic, arrivato al San Paolo come nell’ultima giornata casalinga fece il Carpi, e continua ad inseguire ad un passo la Juventus capolista. I bianconeri, così come gli azzurri con il Bologna venerdì sera, ringraziano il gol beffardo di Giacomo Bonaventura, unico tiro verso lo specchio della porta di Reina che verrà solo accompagnato da una flebile conclusione nel finale di Honda.
L’analisi della Gazzetta dello Sport in edicola quest’oggi guarda sì alla prestazione, positiva ma ancora una volta poco concreta del Napoli di Maurizio Sarri, ma anche al pizzico di fortuna che continua a mancare ai partenopei: il secondo episodio negativo della ‘saga’ Scudetto vede protagonista, dopo la Zaza-beffa, Mertens, che a metà ripresa centra soltanto il palo. “Se il Napoli avesse vinto non ci sarebbe stato nulla da dire”: il laconico commento della rosea.
Da una parte un Napoli volitivo, ma che deve fare i conti con una mancanza di lucidità causata dai troppi impegni ravvicinati che ne ottunde probabilmente la mente quando c’è da attaccare con raziocinio le difese arroccate degli avversari che si pongono davanti. Dall’altra un Milan che, vuoi anche le barricate fatte (e chi non le farebbe contro questo Napoli), è squadra comunque ostica da superare, perché Mihajlovic ed il Diavolo non perdono dal 6 gennaio scorso (fuori casa da circa tre mesi). I meriti del Napoli vengono oltremodo sottolineati dai dati statistici, che vedono i rossoneri soccombere in balia dell’ondata azzurra che raccoglie 19 tiri verso lo specchio della porta di Donnarumma senza però trarne profitto (il massimo stagionale subito dalla compagine lombarda).
Infine, l’analisi guarda anche al futuro stagionale del Napoli, con la squadra schiacciasassi vista ed ammirata fino ad un mese fa sembra essersi presa una pausa di riflessione in questo ciclo ravvicinato di partite. Inevitabile, certo, considerando una rosa probabilmente fin troppo corta per competere su più fronti. Evitabile, forse, con qualche innesto di maggiore impatto e presenza a gennaio. Sicuramente fisiologico. Testa avanti, in ogni caso, perché nulla è perduto, con gli azzurri ancora in corsa sia per l’Europa League che, più che mai, per il campionato.
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