Un pari che forse sta stretto più al Napoli che al Milan, chiaramente contento per un punto guadagnato su un campo ostico, in cui quest’anno hanno pareggiato solo Sampdoria e Roma. I rossoneri escono con molti meno danni rispetto all’andata, quando l’umiliazione fu pesante, a San Siro.
Eppure il Milan è stato annullato, in più zone del campo. Eccezion fatta per l’attacco azzurro, che ha impattato più e più volte su una difesa rossonera schierata benissimo, a centrocampo ha padroneggiato Jorginho, in difesa il solito Kalidou Koulibaly che, d’ora in poi, si potrebbe chiamare a buon diritto “il muro”. Il difensore senegalese infatti, anche col Milan, ha duellato praticamente con tutti e, a mani basse, ha vinto ogni confronto possibile ed immaginabile. Non solo: c’è stato quell’errorino di troppo, come capita qualche volta, quel tocco di superficialità a liberare l’area che, clamorosamente, ha servito a Giacomo Bonaventura la palla del pareggio. Un’uscita infelice del senegalese, fino a quel punto grande protagonista con i compagni di reparto, grazie alla sua fisicità e alla sicurezza acquisita in questi mesi grazie alla cura Sarri.
Il resto è una bellezza per gli occhi: Niang e Bacca escono dal San Paolo completamente annullati. Il centravanti colombiano, in modo particolare, è stato completamente assente dal campo, chiuso nella morsa di Koulibaly il quale, come suo solito, gli ha reso la vita difficile anticipandolo, bloccandolo, costringendolo in poche parole alla resa. Ci hanno provato in tutti i modi, ma dalle sue parti non si passa e ne sa qualcosa anche Menez che, in contropiede, poteva sfruttare meglio un’occasione ghiotta per la sua squadra ma che, invece, è sbattuto sul centrale azzurro che, impavido e senza timore, ha ribaltato il fronte, facendo ripartire il Napoli. In difesa è quello che ci mette il fisico, basta chiederlo a Balotelli, al quale subito si presenta a modo suo, facendosi sentire: basterebbe solo un po’ più di testa perché, evidentemente, il solo Albiol non basta più. Una maturazione lenta e allo stesso tempo veloce, inaspettata, bella, quella di un calciatore che ha conquistato il pubblico strappando applausi a scena aperta. In campo Kalidou non mette solo il corpo ma il cuore e l’anima, per la casacca azzurra dà tutto. Rappresenta alla perfezione quel che chiedeva il pubblico nel mese di agosto: sudore e gloria. Ebbene, a distanza di tanti mesi, Koulibaly di sudore ne ha accumulato tanto e di gloria forse anche il doppio. Ora testa a Firenze, per cercare di non subire gol e, soprattutto per lui, tentare di annullare altri grandi calciatori pronti a sfidarlo.
Articolo modificato 23 Feb 2016 - 10:35