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L’Europa chiama, ma la coperta sembra corta: Napoli, tocca ritrovare certezze tra le ‘macerie’

Molto prosaicamente: sarebbe dovuta essere la settimana della svolta positiva, e invece ci si ritrova a zonzo con un’insoddisfazione dilaniante. La prova del nove? Non è stata fallita, ma soltanto schivata: perché, classifica e calendario alla mano, ora la trasferta di Firenze assume una valenza stratosferica. E pazienza se nel mezzo, in teoria – e pure in pratica -, ci sarebbe da risollevare quel turno di Europa League sfuggito alla morsa azzurra nella notte stregata del Madrigal.

MEZZALI SPEZZATE – Ecco: come fare? Come spesso accade, Sarri è stato profeta: prima lamentandosi di un calendario comunque mal impostato, quindi avvertendo i suoi ragazzi e ogni singolo addetto ai lavori. Sarà un mese duro: la prima settimana l’ha ampiamente certificato. Soldado e compagni, poi, solo l’ultima preoccupazione in ordine cronologico. È che in precedenza, infatti, va aggiustata la carrozzeria: a partire dalle mezzali, spezzate dal lavoro sporco ed in procinto di firmare una richiesta scritta per un paio di polmoni nuovi di zecca. Scherzi a parte, il debito d’ossigeno è palese: lo è in Hamsik, mai realmente in grado di aggredire com’era solito fare appena un mese fa; lo è in Allan, bravo e caparbio, spesso però rinunciatario. Insomma: se il Milan ha concesso il minimo sindacale, parte del merito va anche ai centrocampisti azzurri. Senz’appello.

NUOVO VOLTO – Forse anche così si spiega la scelta del tecnico: dentro Mertens per Callejon, e ritorno al trequartista per supportare le vie centrali. Senza inserimenti, difatti, non si cantano messe; senza Pipita, poi, il santuario resta praticamente chiuso. Una variante, questa, che Sarri ha sempre voluto tenersi stretto: sa che mischiare le carte può essere fondamentale, ancor di più in situazioni di ‘remuntada‘. Ed eccola che ritorna, quella parola: giovedì toccherà addirittura che si prenda l’ intera scena del San Paolo. Perché per quanto la lotta scudetto sia enormemente sentita, il tour europeo non può certo fermarsi qui.

IL MERCATO – E non lo vuole Sarri, non ne ha intenzione il presidente De Laurentiis. E no, neanche i tifosi sarebbero disposti a sacrificare la kermesse Uefa. Questione di prestigio, di confidenza con certe notti. Questione essenzialmente di crescita: solo attraverso il confronto extra nazionale, si può realmente sviluppare un filo conduttore che riporti stabilmente in alto. Certo, la coperta è corta: Juve, Villarreal e Milan l’hanno ulteriormente accorciata, il mercato appena concluso fondamentalmente mai allungata. Piccoli rimpianti, quelli di metà stagione: da Maksimovic a Rugani, passando per le mille occasioni soltanto vagliate. “Chissà se…”, avrà sicuramente pensato qualcuno. Errore, pure grave: periodi ipotetici, in un presente così bello ed emozionante, non sono consentiti. Non possono.

Cristiano Corbo

Articolo modificato 23 Feb 2016 - 01:12

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Scritto da
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