Ne hanno parlato tutti. Chiunque, ad ogni latitudine, ha analizzato la trasformazione del Napoli e dei suoi calciatori, grazie a Maurizio Sarri e ad una vera e propria rivoluzione tattica che ha portato in campo, probabilmente, la squadra più bella dell’era De Laurentiis. E no, non per i singoli quanto per il collettivo, per l’assoluta qualità del gioco e per la semplicità: tutte componenti che hanno trasformato una squadra incerta e titubante in una implacabile macchina da guerra. Nemmeno nelle poche sconfitte stagionali si può trovare un difetto tanto grave da evidenziare.
Nell’esplosione dei singoli, un posto particolare lo occupa Raul Albiol. Il difensore spagnolo ex Real Madrid, alla sua terza stagione in azzurro, come molti dei suoi compagni, sta vivendo forse il miglior momento da quando è arrivato all’ombra del Vesuvio. Escludendo le prime uscite stagionali, dove gli errori sono stati molteplici, Albiol non ha più sbagliato una partita e da punto debole, clamorosamente e contro ogni pronostico, si è trasformato in pedina fondamentale dello scacchiere azzurro e della difesa formando con Kalidou Koulibaly una delle migliori e più efficienti coppie difensive della Serie A. Un anno, quello passato, piuttosto tribolato per il difensore: incerto, impreciso, incostante. Gli mancava forse un po’ di umiltà e quella giusta dose di concretezza che, nel reparto arretrato, spesso e volentieri fa la differenza. Infatti, all’unanimità, la sua assenza si sarebbe sentita poco se fosse partito ad agosto ma questo Albiol, questo rigenerato e praticamente risorto sotto la guida tecnica di Maurizio Sarri, sarebbe una grande, grandissima perdita.
Se Koulibaly garantisce quantità, Albiol invece dà qualità. La copertura è garantita, sempre. L’avversario è l’obiettivo dichiarato numero uno, praticamente mai lasciato e sempre attaccato con ferocia e determinazione. Poi prende palla, dialoga coi compagni di reparto, con Pepe Reina, e poi imposta. Un difensore a tutto tondo. Koulibaly sarà anche il muro della difesa, Hysaj e Ghoulam le frecce imprendibili, ma la mente resta lui, Raul. Anzi, è il portabandiera della difesa, il riferimento del reparto. Non indietreggia mai ed avanza sempre, non teme nulla, nemmeno i suoi possibili limiti: li ha chiusi nel cassetto dei ricordi ed nella testa non gli passano più. Perché da possibile scarto si è scoperto titolare inamovibile, ha sentito la fiducia, ha ritrovato i motivi per competere che, uno come lui, campione del mondo e d’Europa con la Nazionale, aveva forse un po’ perso per strada. E, soprattutto, ha ritrovato l’umiltà. L’età c’è ma sembra essere tornato indietro nel tempo, come chi non si stanca mai di dimostrare quel che vale. In fondo, la chiave per ogni successo, è sempre quella: avere fame di dimostrare ogni volta di non essere finito, di non essere uno scarto, anche a chi ti accusa di esserlo.
Gennaro Donnarumma
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Articolo modificato 26 Feb 2016 - 13:48