Reina 6: La gara è palpitante, i cambi di fronte non si contano. Spesso, quindi, è chiamato a giostrare da libero aggiunto e lo fa con costrutto. Complicato chiedere una risposta sullo stacco di Marcos Alonso, lo stesso sui legni di Kalinic e Tello.
Hysaj 5,5: Da un suo stacco fuori tempo l’occasione propizia per il vantaggio viola. Soffre meno del suo collega sulla fascia opposta, questo è certo, ma l’impatto sulla gara, ed il suo prosieguo, non sono all’altezza del rendimento offerto con continuità dall’esterno albanese. In avanti si propone poco.
Albiol 6: Si divide gli oneri, non rispettati, su Alonso sull’1-0 dei gigliati. Tiene comunque testa con il piglio mostrato in questa stagione. Gestisce i lavori della retroguardia con personalità, concentrato in marcatura – al netto di minime sbavature – puntuale nei raddoppi. E’ costretto a tamponare, in più occasioni, affondi che dagli esterni piovono a tratti in maniera torrenziale.
Koulibaly 6: Un lunedì da straordinari per il franco-senegalese. La posizione è la consueta, a serrare i ranghi sul centro-sinistra, proprio la zona di competenza di un indemoniato Tello. Necessario badare all’esterno di Sousa, oltre alle sollecitazioni garantite da Kalinic. Proprio sul croato, sebbene in ritardo, rimedia ad un suo errore ed è fondamentale il suo recupero che lo costringe a battere – praticamente da fermo – sulla traversa a Reina battuto. Cornice giusta all’ennesima gara solida, tanta legna a issare un muro sulla retroguardia con interventi impeccabili,
Ghoulam 5: Tello Herrera è un incubo tinto di viola che si materializza sull’out mancino. Tanta veemenza, troppa per l’esterno algerino che nonostante Insigne si spenda a supporto solo di rado riesce a dare l’impressione di riuscire a mettere tra l’ala scuola Barça e la porta azzurra le contromisure necessarie. La confusione annebbia la testa e si propaga anche in fase propositiva dove è difficile appuntare giocate degne di nota dell’ex Saint Etienne.
Allan 5: La catena di destra è battuta con frequenza ma del volante verdeoro da assetto da guerra c’è poca traccia. Finisce nel mezzo senza mai riuscire a ritrovare sé stesso. Le due squadre propongono una vera e propria battaglia lunga 90′ di gioco ed il lavoro dell’ex Udinese sarebbe servito non poco, termina anzitempo la sua gara inghiottito tra la quantità dei mediani viola e gli spunti di un Marcos Alonso mai domo.
(Dal 67′ David Lopez 5,5: Sarri gli chiede di tamponare l’emorragia a metà campo, l’ex Espanyol lo fa ma in fase di costruzione gli errori sono troppi e spesso frustranti.)
Jorginho 6: Il deja-vù della gara d’andata è lampante fin dalle primissime battute, con un pressing asfissiante disegnato da Paulo Sousa ad azzannare il cervello del fraseggio azzurro. Per una ventina di minuti respira a fatica, con i dirimpettai viola che lo marcano a vista fino ai margini dell’area di rigore azzurra. Il forcing può calare d’intensità ma è costante e nella zona nevralgica del campo son dolori, il quadro sembra da Caporetto ma così non è perché l’italo-brasiliano ci mette il suo, e bene, dispensando gamba e fosforo in mediana portando, comunque, a casa la pelle.
Hamsik 6: Qualche fiammata a cercare il corridoio giusto tra le linee c’è, senza però trovare una giusta chiusura del cerchio da parte dei compagni. L’occasione personale arriva a fine primo tempo ma l’esecuzione non rende giustizia al killer instinct dello slovacco, finisce alla lunga per garantire l’ordinaria amministrazione. Non demerita ma è lecito auspicarsi, dal capitano, quel quid in più in gare come questa.
Callejon 6: Un primo tempo in cui badare più al sodo, portando galloni nella propria trequarti a dispetto della volontà di creare scompiglio tra le linee avversarie. Chiusure sapienti e raddoppi impeccabili, con il solito corredo di intelligenza tattica che nel lavoro del 7 di Motril non manca mai. Nella ripresa il lavoro chiama, eccome, anche negli ultimi venticinque metri, fioccano tagli e proiezioni e solo la reattività di Tatarusanu nega all’ex Real la dovuta conclusione ad un affondo da incorniciare.
(Dal 77′ Mertens sv: Più movimento che sostanza nel quarto d’ora da sfruttare.)
Insigne 6: L’imperativo è quello di archiviare strascichi extracalcistici che possono solo picconare morale ed energie mentali alla vigilia di una gara importante come quella del Franchi. Nello stadio delle lacrime nel novembre del 2014 lo spirito del talento di Frattamaggiore è quello giusto, tanto lavoro di sacrificio su una fascia battuta dalle folate del guizzante Tello e l’intento, che si perde nel limbo, nel cercare il brio più propizio in avanti. Quando ha il match ball, sapientemente invitato sulla corsa da Gabbiadini, non prova il suo classico giro che proprio ai viola fece malissimo all’andata.
Higuain 6,5: La posizione è quella giusta dopo il colpo a freddo di Alonso, ed è proprio lo spagnolo a vestirsi da involontario assist man a favore dell’argentino che scorge Tatarusanu fuori dai pali e lo punisce di prima intenzione, tra rabbia e precisione. Partenza bruciante ma il percorso è impervio e non risparmia il centravanti partenopeo, il lavoro dei centrali viola è minuzioso, al minimo dettaglio, lasciando spesso margini risibili a spunti e movimenti insidiosi. Facile, in un tale contesto, perdersi tra le maglie avversarie, fino al risveglio folgorante prima dell’ora di gioco dove solo un intervento prodigioso dell’estremo difensore romeno lo priva della seconda gioia personale.
(Dal 90′ Gabbiadini sv: Uno scampolo di gara a disposizione, l’appoggio in profondità per Insigne merita, però, la menzione.)
Sarri 6: Il punto al Franchi, tra una sorte che aiuta e poi riporta tutto in equilibrio, non è da buttare. L’undici base fa la sua gara, ma per ampi tratti della contesa il ritmo della Fiorentina, come all’andata, appare difficilmente sostenibile. La prova era di tutto rispetto dopo la batosta di giovedì, bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto che si alternano in un continuum doveroso. La prestazione offerta resta di livello e lascia ben sperare, ora che il febbraio da incubo è ormai definitivamente alle spalle. Anche oggi, comunque, stante la doverosa sostituzione di Allan, la gestione dei tempi sui cambi a gara in corsa merita un ulteriore appunto.
Articolo modificato 4 Mar 2016 - 13:32