È stato un weekend duro: reagire era una questione fondamentale. La rapina, lo spavento, l’imminente partita di Firenze, snodo cruciale della stagione. Tutti questi pensieri hanno agitato la mente di Lorenzo Insigne, protagonista di una partita dalla doppia faccia. Nella notte del Franchi il gioiello azzurro brilla ma a metà. Contro la Fiorentina soffre, per lunghi tratti del primo tempo, alla pari dei compagni. Va meglio nel secondo tempo, dove prende fiducia, illumina con qualche giocata e va vicino alla rete, mestamente fallita anche grazie all’intervento di un Tatarusanu che, nei pressi di Firenze, dovrebbero considerare un santo per almeno tre interventi decisivi.
DIFESA – La partita di Lorenzo è tutta lì, almeno nella prima frazione: aiuta Ghoulam in fase di copertura, perché Cristian Tello è un avversario ostico e il possente esterno algerino va più volte in difficoltà, lo soffre e allora il ventiquattro azzurro è costretto a ripiegare. Lascia la sua zona di campo, lascia l’attacco e gioca intensamente come difensore aggiunto, alla pari di Callejon sull’altro lato del campo. Il tutto per limitare incursioni che avrebbero potuto causare danni ben più grandi. Si muove molto, tenta di limitare i danni e torna un po al passato. È stato un Lorenzo Insigne meno “sarriano”, più vicino a quello targato Benitez, considerando il modo di giocare e la posizione occupata. Certamente un Insigne inedito, rispetto a quello visto fin qui in stagione, protagonista assoluto, al suo miglior anno in Serie A, partner perfetto del Pipita Higuain e probabilmente valore aggiunto dell’attacco azzurro.
ATTACCO – Si vede ma poco. Incide ma non come suo solito. In avanti è più spettatore, per i suddetti motivi e ci sta. Si vede, si affaccia quando può e tenta di dialogare con i compagni. Nel secondo tempo cresce e ci prova, anche perché Tello cala visibilmente e il Napoli conquista sempre più spazio. La Fiorentina ha già penato per il suo destro a giro, nella gara d’andata, ma sull’imboccata di Gabbiadini, Tatarusanu, in serata di grazia, risponde presente e nega quella che sarebbe stata una gioia meritata, sia per il sacrificio messo in campo, sia per fattori extracalcistici, quelli che mai uno vorrebbe commentare. Perché questo ragazzo, con la maglia numero ventiquattro, ha regalato più e più volte gioie al pubblico partenopeo, indossando con orgoglio e con onore la maglia della sua città, della squadra che ama. Insigne ha dato tanto al Napoli, persino una gamba, proprio al Franchi, nel novembre del 2014. E ieri sera, contro una signora squadra, ha contribuito a mantenere ben saldo l’equilibrio tanto caro a Maurizio Sarri, lo ha fatto per il bene dei compagni e di una squadra che ha bisogno di gente che si sacrifica come Lorenzo, soprattutto come lui, per ambire alla vetta e tornare, come cantano in curva, ad essere campione.
Articolo modificato 1 Mar 2016 - 10:31