Marco Fassone, ex direttore generale del Napoli, è intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli parlando del Napoli e del calcio italiano in generale. Queste le sue parole: “Il Napoli deve credere allo scudetto? Se smettesse di crederci adesso sarebbe un disastro. Ha fatto un’impresa straordinaria nel trovarsi a -3 dalla Juventus a undici partite dalla fine, e mettendo dietro squadre forse superiori. L’abitudine aiuta a vincere? L’esperienza e l’abitudine a lottare per vincere certamente aiuta. La Juventus, per esempio, quest’anno è stata bravissima nel riprendersi da un inizio difficile e da un distacco dalla vetta importante. L’esperienza della società e la bravura dell’allenatore hanno fatto sì che potessero tornare in vetta. Ma anche il Napoli non è più una squadra inesperta, da sei anni è sempre lì. Quindi può giocarsela quasi alla pari, resta il distacco economico e quindi le possibilità di allestire una rosa all’altezza delle grandi. Ma questo valorizza però ancor di più i risultati di quest’anno della squadra”.
“La differenza di fatturato tra Napoli e Juventus? Capisco che Allegri si arrabbi se Sarri fa il paragone dei bilanci della squadra, perché sembra quasi volerne sminuire il merito suo, e invece non è assolutamente così, come abbiamo appena detto. Non è affatto automatico che chi ha più soldi vince. Però è certo che chi ha più soldi può avere una rosa più larga e può invesitre di più, e quindi chi ne ha di meno parte con un handicap. Ma il Napoli è comunque la quinta rosa della Serie A ma sta lottando per i primi due posti, evidentemente società e staff tecnico stanno compiendo un capolavoro”.
“Progetti futuri di De Laurentiis? Ovviamente con me non ha più parlato di progetti, ma la sua bellezza è che riesce sempre a sorprenderti. Ha fatto tantissimo, perché ha riportato una piazza come Napoli stabilmente ai vertici del calcio italiano e non soltanto da meteora. Immagino che nella sua testa ci possa essere un pensiero di investimenti successivi, tipo lo stadio, il centro per un settore giovanile più produttivo. Credo possano essere queste le idee che lui ha, e poi tutte le altre idee che lui spesso lancia per il calcio italiano per aiutare il nostro campionato a ritornare a essere grande”.
“Perché lo stadio non si riesce a fare? Non conosco la situazione nel dettaglio, per quello che ho vissuto però c’è bisogno di una perfetta sintonia tra amministrazione e società. Un’alchimia che a Torino si generò dopo molti anni e molte trattative. Ricordo che la Juventus di allora iniziò nel ’98, trovando una serie di ostacoli burocratici. Poi, finalmente nel 2003, solo dopo che cambiò il Sindaco e la giunta Comunale, si trovò l’accordo per avere i diritti sul “Delle Alpi” per 99 anni, per poi procedere alla distruzione del vecchio stadio e la costruzione dello “Stadium”, inaugurato nel 2011″.
“Un mio ritorno a Napoli? Sono innamorato di questa città e ringrazierò sempre il Presidente per avermi dato questa chance, sono stati due anni molto belli, ricordo ancora quella partita col Chelsea e la grande amarezza che ne conseguì. Un mio ritorno in futuro? In questo momento non credo De Laurentiis voglia modificare la struttura organizzativa della società, ma in futuro, se mi dovesse chiamare, tornerei sempre volentieri. Asse De Laurentiis-Thohir? Da un punto di vista economico e di sviluppo del business calcistico penso possa crearsi questo asse, perché De Laurentiis si trova bene con gli imprenditori che hanno una visione diversa da quelli italiani. Sotto questo aspetto possono mettere a fuoco strategie e cose comuni che potranno aiutare i due club. La Superlega Europea? È possibile, è un tema che nell’ultimo anno è ritornato sulle scrivanie dei grandi club, anche se c’è da dire che l’organizzazione che raggruppa i club, che si chiama ECA, ha ancora buoni rapporti con la UEFA. Ma gli equilibri potrebbero cambiare, e dopo il 2018 potrebbero cambiare alcune norme che regolano le competizioni europee”.
Articolo modificato 2 Mar 2016 - 16:02