Eccola, l’era ‘maradoniana’ 2.0. Nel senso che ricrearla ora non solo avrebbe senso, ma avrebbe anche la sua parte di profitto. Certo, con il cuore non si bada a spese, tantomeno ci si lucra. Però l’occasione è ghiotta: riportare D10S a Napoli, dalla sua gente, potrebbe essere il quid in grado di chiudere i conti con l’inconcludenza. Farsi grandi col più grande.
LO SCONTRO – Dalle parole di Maradona vien fuori tuttavia una prima verità, neanche sconcertante, sul rapporto del Pibe con l’attuale dirigenza: le parti non solo evitano di stare in contatto, ma quasi si sfidano. Il fatto è che la monarchia illuminata di Aurelio De Laurentiis proprio non va giù al diez: lui, uomo del popolo e per il popolo; lui, abituato a guidare la massa e non a comandarla. Modi diversi d’intendere il Napoli, il calcio, la vita. Che collimano, e quindi si scontrano. “Qualcuno dica al presidente di non parlare con i calciatori e dei calciatori prima di una partita”, l’ultima stoccata. In attesa di risposta, dunque di controbattuta: questione di menti dominanti. A loro modo.
L’INCONTRO – Il da farsi di ADL? Troppo orgoglioso per tornare a chiudersi a riccio. Così come gli è difatti impossibile ammettere un rivoluzionario nel suo piccolo mondo immacolato. Solito bivio, di quelli che in ogni caso produrranno effetti a catena: quel ch’è certo, comunque, è che un contatto ci sarà. Prima o poi. Bisogna inquadrare innanzitutto il ruolo – strategico o meno – adatto per Diego Armando Maradona: un giorno ambasciatore azzurro nel mondo, l’altro semplice “consigliere”. Nel frattempo, “D10S” alza la mano, vuole essere interrogato. Chissà cos’avrà studiato per stupire il numero uno partenopeo. Conoscendolo, la solita “proposta che non potrà rifiutare”.
PER NAPOLI – Eppure, una soluzione, pure di ripiego, potrebbero trovarla in pochi minuti. Basterebbe semplicemente anteporre gli interessi dei tifosi ai soliti giochi di marketing, d’incassi e d’avanzi di spettacolo. Utopia, soprattutto oggi, soprattutto con tali possibilità davanti agli occhi. Per una volta, però, occorrerebbe considerare Maradona non come brand, ma come uomo. Con tutto ciò che ha dato, con tutto quello che il suo nome potrebbe ancora fornire. Con la sua napoletanità dentro: quella giusta e quella sbagliata. Quanto ne gioverebbe, la squadra. Quant’amore tornerebbe a circolare. In fondo, si tratta di una telefonata. Da queste parti, anche solo di un caffè.
Cristiano Corbo