Che avesse un debole per Insigne era cosa nota a tutti. Ora, Diego Armando Maradona dà anche consigli al talento di Frattamaggiore. E, in fin dei conti, chi meglio di lui potrebbe? Nessuno, in realtà. Diego è stato il più grande di tutti non solo a Napoli ma nel mondo. È ovvio che il paragone con lui non lo regge nessuno, ma Insigne è un po’ una “conseguenza” di Maradona. Il calciatore piccolo e scugnizzo, quello sbarazzino che in campo piace a tutti, a chi più, a chi meno e che esalta puntualmente il pubblico del San Paolo ad ogni tocco e ad ogni giocata. È quel calciatore di fantasia, venuto dal basso, capace di affermarsi a grandi livelli e di indossare, con orgoglio, la casacca azzurra.
TRA ATTACCO E… DIFESA – Una stagione impeccabile, arricchita da assist e gol. Con Gonzalo Higuain forma il tandem perfetto che ha impaurito tutte le difese di Serie A e d’Europa ma, per Diego, a Lorenzo manca quel qualcosa in più per spaccare definitivamente. Ad Insigne, come sottolinea Maradona, dovrebbe osare di più. Il ventiquattro azzurro ha estro e fantasia, ma qualche volta anche a lui la paura tira brutti scherzi e spesso resta vittima del suo stesso genio. Certo, altre volte è invece protagonista in altri modi. Basti pensare che a Firenze Lorenzo ha giocato praticamente da difensore aggiunto, aiutando il compagno di squadra Ghoulam a limitare, nei limiti del possibile, il velocissimo Tello e ci è riuscito molto bene, rinunciando ad attaccare per mantenere quell’equilibrio tattico tanto caro all’allenatore Maurizio Sarri.
UN DESTRO CHE FA MALE – Diego aveva il sinistro, Insigne ha il destro e con quello “può fare quel che vuole”. Il genio è in quel piede, l’opposto di quello che usava Maradona per le sue pennellate. La classe c’è, il tiro a giro è un marchio di fabbrica che tanti invidiano e che pochi hanno. Allora, per il Pibe de Oro, cosa manca? Forse quella cattiveria in più, quel coraggio nel fare un passo in meno e quella lucidità mentale nel calciare prima o dopo, a seconda delle situazioni. Non certo la fiducia, perché il ragazzo di Frattamaggiore quando può calcia e spesso fa male: ultima vittima, deviazione a parte, il Milan. Tra le tante la Juventus, la stessa Fiorentina all’andata e chi più ne ha più ne metta. Prima c’era il dieci, ora il ventiquattro. Numeri diversi, lo stesso destino: Napoli ed il Napoli nel cuore e sulla pelle. Diego, col suo carattere e la sua classe, ha conquistato tutto e tutti. Insigne è sulla stessa strada ed ha un maestro autorevole proprio nello stesso Maradona. Più fiducia e cattiveria, perché poi non manca più niente. Il resto è già uno spettacolo per gli occhi.
GENNARO DONNARUMMA
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