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Splende nella serata del rilancio. Per i clivensi è un miraggio, il migliore in campo per SpazioNapoli è…

“Wake me up when september ends“, intonavano i Green Day nel 2004. Un’affermazione da riarrangiare e far propria con il febbraio 2016, il mese più cupo nella stagione degli azzurri. Febbraio alle spalle, abbandonando le scorie di tre settimane in grado di incidere negli equilibri di un gruppo che per mesi ha strabiliato, oltre ogni aspettativa.

Lieto risveglio, quindi, in attesa di una primavera rigogliosa, con una prestazione all’insegna dell’intensità, del ritmo sfrenato, del calcio, quello che piace al tecnico azzurro. La vittoria dovuta per risalire la china, contro un Chievo che comincia il proprio percorso tra le mura del San Paolo sotto gli auspici di un clamoroso errore di Chiriches, capace però di rimediare con un movimento da centravanti consumato su lancio con il goniometro di Jorginho.

Brilla la mediana azzurra, con l’efficacia del suo regista. Dirige le manovre con precisione, al dettaglio, l’assist la perla in novanta minuti di gioco dove alternare giocate propositive e a spezzare la manovra avversaria. Qualità a metà campo che trova una piena, totale, trasposizione negli 86′ a disposizione di Marek Hamsik. Mente pensante di un Napoli devastante sulla catena di sinistro. Passo spedito, testa alta, intuizioni raggianti. Un’anatema su un avversario incolpevole, che può solo ammirare il capitano azzurro. Per ampissimi frangenti incontenibile per quantità e qualità profusa. Il tracciante, sublime, allo scadere del primo tempo, trovando un mancino millimetrico ad imbandire una portata luculliana per Insigne, che addomestica con eleganza e poi spreca, è la fotografia della prestazione dello slovacco che quando si infiamma è luce calda, accogliente, benefica. Che accarezza e fortifica.

Lodi immancabili nelle gare di Higuain e CallejonHermanos tinti d’azzurro che aprono e chiudono le marcature partenopee. Leader il centravanti argentino, che rimette tutto in ordine dopo un avvio al cardiopalma battendo a colpo sicuro Bizzarri con un’esecuzione in fotocopia alla sfida del Bentegodi. Solito, consueto, instancabile condottiero lo spagnolo, con la rete del 3-1, che impreziosisce l’ennesima, forsennata prestazione contraddistinta da pressing, ripiegamenti difensivi e tagli a cercare la profondità. L’ultimo il più proficuo, su perfetto appoggio di Allan.

Tiene, nonostante la sbandata iniziale, la retroguardia azzurra. Trascinata da due interpreti questa sera monumentali. Koulibaly stenta nelle prime battute fino a prendere fragorosamente le misure. Da Pellissier a Floro Flores non c’è gloria nella zona di competenza del centrale franco-senegalese. Reattivo in chiusura e nella lettura degli affondi degli avanti clivensi, solita fisicità in marcatura e strabordante prepotenza in anticipo. Le ovazioni del San Paolo sulle devastanti ripartenze palla al piede l’orpello in più all’ennesima gara da applausi. Sorprendente per efficacia, qualità e indole propositiva la gara di Faouzi Ghoulam, il migliore in campo. Lui, più di tutti, aveva tanto da dimostrare dopo la trasferta di Firenze, in ginocchio al cospetto degli affondi di Marcos Alonso e Tello. Propina, ai malcapitati avversari, la medesima moneta, ribaltando il fronte a cinque giorni di distanza. Un treno sull’out mancino, incontenibile nelle proiezioni sovrapponendosi a Insigne. Ben servito da Hamsik serve l’assist per il pareggio di Higuain, ma è solo la primizia in novanta minuti dall’intensità che ruba l’occhio e stupisce, tanto brillante in fase di spinta – come già annotato – quanto efficace quando chiamato in causa nella metà campo azzurra. Una rivincita a breve giro di posta, nella serata del rilancio.

Edoardo Brancaccio

 

Articolo modificato 6 Mar 2016 - 00:13

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Scritto da
redazione