Più o meno dieci passaggi, più o meno quasi tutti di prima, più (e non meno) bel gol non poteva arrivare. Callejon chiude i conti col solito vizio di… non chiuderla! Paradosso che il Napoli si tiene stretto, strettissimo. Ovviamente a malincuore. Certo, se poi la rete-sigillo arriva in questo modo, forse Sarri avrà pensato ch’era giusto e sacrosanto anche aspettare e ‘sciupare’ qualche occasione di troppo. Forse.
EMBLEMA – La stoccata finale del sette però sa di naturale e d’artefatto, e col meglio d’entrambi i volti della medaglia ancora in lotta per chi sembri davvero spuntarla. Perché c’è la tecnica ed il talento di chi ce l’ha dentro, ma anche i risvolti tattici-fisici di una stagione studiata in modo accurato, approfondito, a tratti con fare ossessivo. Il giropalla, cominciato e ragionato dagli scambi stretti di Koulibaly e Chiriches, è l’esempio perfetto di come il Napoli non abbia la minima intenzione di buttare via minuti e centimetri. Ogni secondo è quello giusto, in ogni attimo si può costruire un’azione degna di tale nome. Il rischio, così facendo, è di sicuro dietro l’angolo: Chiriches l’ha evidenziato, senza possibilità d’appello. Ma gol come quelli dell’esterno spagnolo riconciliano con il mondo, e allora osare diventa la forma migliore di beffare il banale. Un po’ come nella vita.
COESIONE – E ha rischiato, il Napoli. Perché le ripartenze del Chievo avrebbero potuto distruggere i piccoli sogni ricostruiti in novanta minuti di puro San Paolo, e perché in una notte che sembrava stregata n’è venuto fuori d’orgoglio, di determinazione e di tattica. Il gol di Rigoni ha fatto sobbalzare mezz’Italia: poteva far saltare tutti gli schemi, specialmente quelli mentali. Non ha fatto i conti però con la solidità di questa squadra: la vera arma in più della stagione corrente. Assieme alla forza, alla compattezza e alla coesione. Stretti, uniti e via di pressing: ogni volta, la replica aggiunge piccoli dettagli che rendono il tutto più interessante. E Sarri, con tanto di filtro in bocca, prima s’arrabbia e poi sogghigna. È che la realtà supera puntualmente la fantasia. Ed il toscano, di fantasia, ne aveva, ne ha e ne avrà ancora per tanto tempo. Così come il coraggio: rischiare, in fondo, non è mai stato così appagante.
Cristiano Corbo
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Articolo modificato 6 Mar 2016 - 01:19