Faouzi Ghoulam, Marek Hamsik, Lorenzo Insigne: la catena sinistra del Napoli porta, soprattutto, i loro nomi. Un algerino, uno slovacco e un napoletano, e non si tratta di una barzelletta. Per la precisione: sorridono ed esultano i tifosi azzurri quando loro si mettono in moto, piangono invece gli avversari. Perchè se quei tre sono in giornata, c’è poco da fare: al massimo si può pregare. Il conforto dei numeri arriva preciso al cuore del discorso. Il Napoli ha segnato finora 58 gol. Di questi, ben 33 arrivano da quel lato. Un dato che rende al meglio l’idea di quanto gli azzurri spingano a sinistra.
CONFRONTO – Nelle stagioni precedenti, succedeva spesso il contrario. Sia negli anni di Mazzarri, che in quelli di Benitez, la fascia destra è risultata spesso quella più decisiva ai fini dei risultati ottenuti dal Napoli. Basti pensare alle splendide annate disputate da Christian Maggio, nonché alla vena realizzativa mostrata da José Callejon nel primo dei due anni con il tecnico spagnolo in panchina: l’ex Real Madrid segnò
TURBINIO MANCINO – Questo dicono i numeri, la realtà visiva se si può è addirittura migliore: i movimenti studiati in allenamento vengono sistematicamente riprodotti in campo, con il passaggio filtrante di Hamsik per Ghoulam, il movimento di Insigne a stringere verso il centro per far spazio all’algerino e dettargli il passaggio oppure attendere il cross. Un turbinio continuo che mette quasi sempre in difficoltà gli avversari. E che non conosce sosta. Esce Insigne, entra Mertens: caratteristiche diverse, ma impatto assicurato. Strinic non fa rimpiangere Ghoulam quando è chiamato in causa, mentre sta maturando l’alternativa ad Hamsik: presto potrebbe fare il suo esordio Alberto Grassi, con il quale il Napoli spera di aver trovato il nuovo anello forte di una catena che è il vero motore della squadra.
Vincenzo Balzano
Twitter: @VinBalzano
Articolo modificato 10 Mar 2016 - 22:07