Effetto farfalla, non a migliaia di chilometri di distanza, ma la sostanza è la stessa. Mentre Aurelio De Laurentiis decideva di affidare la panchina azzurra a Maurizio Sarri le pieghe del futuro di Raul Albiol alle pendici del Vesuvio cominciavano a mutare. Un nuovo Raul, ritrovando stimoli e prospettive ormai smarrite.
Partenza in salita. I primi allenamenti a Dimaro, con ancora vivissimi i ricordi di una stagione per larghi tratti sciagurata, da dimenticare. L’ombra più cupa dell’ottimo difensore ammirato nella prima annata targata Benitez. Da Bilbao a Kiev, passando per i tanti affanni in campionato, l’esperienza partenopea dell’ex Real appariva ai più destinata a concludersi, facendo il paio con quella del suo mentore dai tempi del Mestalla. Solo impressione, poi la conferma, ma tanti, troppi dubbi da scacciare. Una sfida stuzzicante, abbracciata dal nuovo tecnico partenopeo fin dalle primissime fasi del ritiro estivo. Tra ironia e lavoro certosino, con il solito stile capace di spaziare tra il crudo e lo scanzonato: “Al primo allenamento gli ho detto che aveva un difetto di postura. Poi la sera in albergo mi scappava da ridere perchè pensavo che questo ha vinto Mondiale ed Europeo con la Spagna”. Certo, non si smette mai di imparare, anche se hai una bacheca grondante successi. Un metodo di lavoro completamente nuovo, con il necessario apprendistato: gli errori di Reggio Emilia con il Sassuolo e in casa con la Samp e la pioggia di critiche conseguenti. Fino alla svolta, per l’intero gruppo e per il centrale madrileno, con un carico di rivincite da riscuotere.
La rinascita. La manita al Brugge per ripartire, senza mai più fermarsi. Il duo Albiol-Koulibaly inossidabile, approdo costante nelle strategie di Sarri: 5512′ di gioco in due. Una rivalutazione totale del pacchetto difensivo. Se Kouli è sciabola, incontenibile, trascinante, Albiol è fioretto, tagliente, preciso, senza badare a troppi fronzoli quando necessario. Vero leader silenzioso della retroguardia, guida dell’intero reparto a ottemperare ai precisi compiti impartiti dal tecnico. Una linea difensiva armonica, le sbavature, gli affanni, solo un pallido ricordo. Ogni gara, anche la più complessa, vissuta a testa alta anche al cospetto delle eventuali difficoltà. Del resto se come ribadito da Sarri nella conferenza di oggi, alla vigilia della gara di Palermo, l’ottimo lavoro corale in fase difensiva è una costante, il merito è da evidenziare anche nella crescita progressiva del classe ’85 ex Real. Al Barbera, scontata la squalifica contro il Chievo, Albiol è pronto a riprendere il suo posto. Passo dopo passo, partita dopo partita, l’obiettivo è ormai sdoganato: “Sappiamo che c’è la possibilità di arrivare lontano, se possibile di arrivare al primo posto ma guardiamo partita dopo partita ed ora quindi a domenica. E’ l’unico modo per essere ambiziosi, manca ancora troppo alla fine del campionato“. Mai mollare, crederci sempre, parola di Raul.
Edoardo Brancaccio
Articolo modificato 13 Mar 2016 - 01:18