Una stagione esaltante: solo così si potrebbe classificare quella vissuta dal Napoli che, a poco dalla fine, si appresta a scagliare gli attacchi finali alla Juventus, momentaneamente capolista a più tre. Comunque vada a finire, però, gli azzurri potranno gioire perché le certezze acquisite in questa annata non sono altro che un motivo per sorridere in vista del futuro, con una squadra che potrà fare sempre meglio.
A livello di squadra le statistiche sono chiare. Il possesso palla, marchio distintivo di Sarri e dei suoi ragazzi, per esempio si aggira intorno ai trenta minuti e trentaquattro secondi a partita. In una sola parola “tiki taka”, ma all’italiana. L’altezza del baricentro di squadra tocca i cinquantotto metri mentre per quel che riguarda la produzione di occasioni, tiri e giocate, il Napoli primeggia in assoluto: 120,6 giocate utili a partita, una media di 16,5 tiri a gara, con 6,8 occasioni da gol create.
Anche a livello individuale la crescita degli azzurri è stata spaventosa: basti pensare a Jorginho, uno dei possibili esuberi, trasformato in giocatore fondamentale per gli equilibri del gruppo. L’italo-brasiliano ha messo a segno 2.286 passaggi, ovviamente tutti riusciti, un dato che, se si considerano tutti i passaggi tentati, si attesta su una media di 90,9.
Kalidou Koulibaly è il calciatore che recupera in media più palloni, mentre Raul Albiol è l'”intercettatore” per antonomasia degli azzurri: 379 palle intercettate, con una media di 12,8 a partita.