Per descrivere quel finale di Napoli-Genoa non basterebbero poesie, sonetti ed epinici. Forse, però, basterebbe una canzone: “C’è una crepa in ogni cosa, è da lì che entra la luce” cantava Leonard Cohen. C’è una crepa anche nella difesa del Genoa, ma la luce entra dal piede fatato di quel signore con il numero 9. C’è una crepa, precisamente, al minuto 81. Una crepa che Higuain vede, quasi la avverte con il suo sesto senso da rapace in quel fazzoletto di terreno concessogli dai suoi carcerieri, De Maio e Izzo.
C’è una crepa e Higuain lo sa. L’ha sentito. E allora è quasi automatico che quella palla partita magicamente dal suo piede disegni una traiettoria così perfetta da insaccarsi alle spalle di un Perin in grande spolvero. È destino. Perché la cronaca della partita, ma sì, perché no, anche della stagione azzurra, è tutta in quegli attimi. C’è un Napoli che arranca, è stato a un passo dal baratro, l’ha visto nel piede destro, beffardo, di Rincon, l’ha visto nelle parate di Perin. L’ha visto, dopo il pareggio di Higuain, nella sgroppata di Cerci e in quella stanchezza che, come una serpe, mordeva le caviglie degli azzurri.
Quasi rassegnazione. Poi il lampo. Inatteso, sorprendente e commovente: per questo magico. La palla di Hamsik, il destro a giro di Higuain e quell’attesa di un nanosecondo prima di andare a scaricare la tensione e a manifestare la gioia, quella più pura e intensa: è tutto già stabilito. Ci potremmo scrivere un libro su quel nanosecondo, quell’attesa minima eppure infinita, con l’incredulità genuina a farla da padrone, la stessa dei bambini la notte di Natale. Ecco, Higuain forse non ci credeva. Però, in quel capolavoro di arte contemporanea è racchiuso l’intero significato di questo campionato: “Non è detta l’ultima parola”. Un messaggio alla Juventus, chiaro.
C’è una svolta in quegli attimi. La vedi sul volto di Higuain, incredulo e felice, la vedi nello sfogo grintoso di Pepe Reina, quasi a scrollarsi di dosso pressioni e colpe, la vedi nell’abbraccio collettivo simbolo di unione. Con un chiaro messaggio: “Si soffre insieme, si esulta insieme”.
C’è una crepa in ogni cosa, è da lì che entra la luce. Ecco, il Napoli vede la luce, allontana lo spettro della Roma e lancia la rincorsa. È un segnale. No, Juve, non è finita.
Vittorio Perrone
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Articolo modificato 21 Mar 2016 - 00:34