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I ricordi di Marino: “Da Gela all’Europa, quante emozioni in azzurro! Hamsik? Benitez lo ha distrutto, poi Sarri…”

Domenica si ritorna a Udine, laddove il Napoli poco meno di nove anni fa conquistava la prima vittoria in Serie A dell’era De Laurentiis da neopromosso, alla seconda giornata di campionato con un roboante 5-0
firmato dalla doppietta di Zalayeta e i gol di Domizzi, Lavezzi e Sosa. Era il 2 settembre 2007, di quel Napoli ne è rimasto solo Marek Hamsik, acquistato nell’estate precedente dal direttore sportivo Pierpaolo Marino, tornato nel 2004 all’ombra del Vesuvio (dopo aver vinto da dirigente lo scudetto nel 1987) e grande artefice della risalita dalla Serie C alla A degli azzurri. Proprio con Marino, grande ex di Napoli e Udinese, abbiamo tracciato una lunga linea che da quel successo porta alla prossima sfida.

Il Napoli torna dove conquistò la prima vittoria in A dell’era De Laurentiis. Che ricordo ha di quella sfida?
«Fu una bellissima giornata, nei giorni precedenti ero stato molto criticato per aver presentato un Napoli molto giovane al ritorno in Serie A, proprio con l’Udinese avevamo la squadra più giovane. I nostri Hamsik, Lavezzi e Gargano totalizzavano 60 anni in tre ed eravamo reduci dalla sconfitta all’esordio in campionato al San Paolo contro il Cagliari (0-2, ndr), pur avendo giocato molto bene quella gara. Poi a Udine esplosero i vari Zalayeta, Lavezzi e Hamsik e fu una vittoria bellissima. Inoltre i tifosi dell’Udinese esposero uno striscione di ringraziamento nei miei confronti che prendeva quasi tutta la curva, una delle cose più belle che mi sia capitata. Al termine della partita De Laurentiis andò in sala stampa prendendosela con quelli che avevano criticato la campagna acquisti, a fine campionato arrivammo ottavi e centrammo l’Intertoto che poi ci portò in Coppa Uefa».

Sono passati quasi nove anni, un punto di svolta per il Napoli che aveva sofferto l’inferno della C…
«Quando andammo a giocare a Udine erano da poco passati due anni dalla trasferta di Gela in Serie C, poi ci siamo ritrovati a vincere 5-0 in casa di una squadra che in quel periodo si qualificava spesso per l’Europa».

Di quel Napoli è rimasto solo Hamsik, dopo gli anni di Benitez è tornato ai suoi livelli. Merito di Sarri?
«Benitez stava distruggendo Hamsik utilizzandolo fuori ruolo, sostituendolo sempre e ne stava depauperando il potenziale tecnico, il ragazzo stava perdendo stimoli. Marek inoltre è un bravissimo ragazzo e non reagiva a questa situazione. Per fortuna Sarri, che ora lo utilizza nel suo ruolo come faceva Reja, ha recuperato un giocatore di livello mondiale».

Di quell’Udinese invece c’è ancora Totò Di Natale. Una curiosità: sono vere le influenze che spesso non gli consentono di giocare da avversario al San Paolo?
«Di Natale l’avevamo preso al Napoli l’anno che venne Quagliarella (nell’estate 2008, ndr), poi l’affare sfumò forse per suoi problemi familiari. Non so perché spesso non venga a giocare da avversario a Napoli, ma so con certezza che è uno dei pochi napoletani che davvero non prova gusto a far gol al San Paolo contro il Napoli. È legatissimo alla città, anche se poi la sua carriera si è sviluppata fuori sin dalle
giovanili. Domenica al Friuli però bisognerà stare attenti, se gli capita la palla giusta la butta dentro».

Mister Gigi Simoni con l’Inter nel 1998 perse uno scudetto a favore della Juve per i tanti errori arbitrali, ma ha dichiarato che non ha visto dolo in quelli di Rizzoli in Torino-Juventus. Il Napoli deve preoccuparsi di queste sviste?
«Quell’anno lo scudetto lo persi io, con l’Udinese arrivammo terzi e Mediaset pubblicò una classifica senza errori arbitrali che vedeva Udinese prima, Inter seconda e Juve terza. Detto questo non facciamo dietrologia, per Rizzoli parla la carriera, sta solo attraversando un’annata di scarsa forma come dimostrano anche alcuni problemi fisici che ha avuto. Probabilmente è stato utilizzato troppo dalla Fifa e dalla Uefa, è stanco e un po’ stressato. Non credo che ci sia una strategia per far vincere la Juventus e a tal proposito mi sono piaciute le dichiarazioni di Hamsik che ha spronato il Napoli a vincere le sue partite senza occuparsi degli altri, questo è l’atteggiamento giusto».

Molti dicono che a Rizzoli sia mancato il coraggio di espellere Bonucci nel derby…
«Non è una questione di coraggio, ormai quando ti è sfuggita la partita di mano non riesci a prendere neanche i provvedimenti più semplici. Non credo Rizzoli abbia avuto paura di Bonucci e non sono d’accordo con l’ex arbitro Cesari che ha parlato di scarsa personalità. Uno che ha arbitrato la finale dei mondiali di personalità ne ha. In Torino-Juventus anche i collaboratori non l’hanno aiutato, il guardalinee Di Liberatore ha commesso un errore grave nel fare annullare il gol regolare di Maxi Lopez. Detto questo, stiamo parlando di una super Juventus che avrebbe potuto vincere anche se Rizzoli avesse espulso Bonucci o Alex Sandro o avesse assegnato il gol».

In sintesi, quante possibilità ha il Napoli di vincere lo scudetto?
«Il Napoli ha il 45% di possibilità, la Juve il 55% dati i tre punti di distacco».

Lo scontro diretto perso a Torino dunque potrebbe risultare decisivo…
«Chiaro che se il Napoli avesse pareggiato la situazione sarebbe diversa, ma neanche questo si può dire perché all’andata ha vinto. Il problema è che la Juventus ha fatto 19 vittorie nelle ultime 20 gare,
una serie che avrebbe sotterrato chiunque. Solo un Napoli meraviglioso come questo e che viaggia a ritmi record ha saputo reggere. Senza gli azzurri ci sarebbe un divario dalla seconda di 12 o 13 punti».

Lei ha lasciato Napoli nel settembre 2009, ha sentito De Laurentiis ultimamente per un ritorno?
«Sono molto spesso in contatto con De Laurentiis ma solo per operazioni di mercato, non abbiamo mai parlato di un mio ritorno».

In chiusura, consigli per la prossima campagna acquisti del Napoli?
«Se ci saranno problemi con la permanenza di Higuain, e mi auguro di no, per sostituirlo prenderei Lukaku dell’Everton»

Fabrizio Meglio per Il Roma

Articolo modificato 30 Mar 2016 - 11:49

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Scritto da
redazione