Il Napoli e quel campo minato da evitare

Pasqua e la sosta del campionato, fortunatamente, non si incrociano quasi mai. Quando lo fanno, a dire il vero, è un mezzo disastro. Perchè da una parte ci sono tanti grassi da smaltire dopo l’imbarcata di calorie tra domenica e lunedì. Dall’altra un’evidente penuria di notizie dovuta all’assenza del calcio giocato, con il ritorno in auge dei lancia-bombe da mercato estivo. Il segno positivo moltiplicato per quello negativo dà come risultato un altro meno, se la matematica non inganna. Un meno che può lasciare strascichi esplosivi, da bonificare con cura prima della ripresa dei giochi.

Partiamo dai grassi. O meglio da Grassi, il centrocampista azzurro acquistato a gennaio e tra i giovani più promettenti del panorama italiano. Dopo le feste natalizie, altra sosta annessa ad abbuffate, il Napoli ha riscoperto una mancanza di ferro nell’organico. In realtà lo si era notato già in precedenza, un’anemia dovuta all’usura di alcuni giocatori non rimpiazzabili con validi sostituti. Per la coerenza con la politica di crescita e per mantenere inalterati gli equilibri degllo spogliatoio, la società ha preferito evitare colpi ad effetto ed affidarsi a pedine di prospettiva. Il giovane ex atalantino, rallentato peraltro da un infortunio, e Vasco Regini non sono mai parsi innesti già pronti per far respirare i titolari. Il loro mancato utilizzo ha solo confermato questa tesi. Così da potenziali integratori diventano grassi saturi, facilmente eliminabili nella sessione estiva. Anche se il centrocampista ha qualche chance in più di restare in rosa. I dubbi sull’operato di gennaio permangono. Così come permane quel febbraio deludente intriso di sfortuna e mancanza di ossigeno…

Passiamo alle vicissitudini della sosta e al suo parassita più affezionato: il calciomercato. Sul Napoli che partorisce gioielli grazie alla valorizzazione del patrimonio operata da Sarri, c’è sempre tanta carne a cuocere. Ogni settimana (prima Koulibaly, poi Hysaj e Allan), i media sottolineano la bussata al rialzo che i procuratori avanzano con sempre maggiore frquenza. Tutto lecito, specialmente perchè la seconda in classifica deve accettare di essere costantemente sotto l’occhio del ciclone. Ma andare oltre i limiti del consentito, magari con una recidiva alle spalle, e calcare la mano in un momento topico della stagione può causare reazioni anche spropositate, allorchè comprensibili.

Le esclusive da calciomercato sono tra i rapprensentanti più significativi del verba volant. Ma questo flusso di parole senza soluzione di continuità non può scorrere sempre privo di argini. Ecco perchè davanti al paventato futuro di Higuain lontano da Napoli firmato Paolo Bargiggia si è presentato il brusco stop della SSC Napoli. Sono state troppe le stoccate gratuite negli ultimi anni e allo stato attuale, con i nervi a fior di pelle e di scudetto, “lucrare” sulla delicata questione Higuain è stato un pericoloso harakiri. Giusto reagire con il pugno di ferro, perchè i tentativi di destabillizare il Napoli sono ormai numerosi da quando questo gruppo ha iniziato a spaventare la serie A. La fermezza è assolutamente ammessa, un po’ meno alcune forzature. Non si può nominare la deontologia giornalistica in questo particolare settore calcistico che fa del “falso” (o diciamo delle voci di corridoio) il suo pane quotidiano. Non è tantomeno consigliabile il ricorso alla “lotta contro i poteri forti” che infiamma i discorsi da bar ma non dovrebbe appartenere al lessico di un impianto societario di dimensione europea (per i risultati soltanto, onestamente). In ogni caso non si accettano lezioni di signorilità da chicchessia, quindi qualche severa bacchettata può risultare salutare.

Ora, però, non finiamo per morderci la coda. Il periodo di inattività volge al termine e la sua dose di veleni deve essere accantonata. Altrimenti si finisce in trappola proprio quando si cammina a testa alta convinti di averla scampata. Il prossimo mese sarà giudice dei nostri sogni e tutti devono essere sul pezzo. Le insidie sono dietro l’angolo, non c’è tempo di soffermarsi su altre questioni. Fuori da Castelvolturno c’è un campo minato. Ma ormai tutti sappiamo dove mettere i piedi.

Ivan De Vita

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