Il Napoli torna da Udine con un sonoro quanto pesante 3 a 1. Una partita figlia di tante tensioni accumulate in settimana, a partire dal “caso Mediaset”, fino a giungere al forfait di Pepe Reina fermato da un fastidio al polpaccio.
E proprio l’assenza del portiere spagnolo sembra abbia influito più di quanto ci si aspettasse. Più di quanto si aspettassero coloro che, in queste settimane, non hanno fatto altro che criticare le prestazioni della bandiera azzurra, colpevole, secondo costoro, di avere troppi goal e troppi punti sulla coscienza. Ebbene, la partita contro l’Udinese ha dimostrato quanto può pesare l’assenza del numero 25 azzurro.
Tre reti in campionato gli azzurri non le subivano dalla sfida contro il Bologna. In quella partita c’era, sì, Pepe Reina. In quella partita, sì, l’estremo difensore spagnolo commise qualche errore di troppo. Ma PRIMA di questi errori, ci furono i miracoli contro l’Inter che regalarono il primo posto agli azzurri. Ma DOPO questi errori, ci furono le parate di Bergamo (vedi Maxi Moralez solo davanti a Reina; vedi Cigarini dalla lunga distanza), quella in casa contro il Torino (straordinaria parata su violentissimo colpo di testa di Quagliarella), quella a Palermo su Vazquez. Di punti, dunque, dalle mani di Reina ne sono passati. Ma in positivo.
Arriva, dopo la sfida contro l’Udinese, un’altra certezza: Gabriel è un buon portiere, ma non può puntare, per ora, a un posto da titolare fisso. Manca, forse anche per la giovane età, di alcuni importanti elementi per poter ambire a tale ruolo in una squadra del calibro del Napoli. E il secondo goal dell’Udinese è la sintesi “perfetta” di quanta differenza ci sia tra il portiere brasiliano e Reina. Il goal di Bruno Fernandes nasce da un pallone svirgolato da parte di Gabriel, portatogli via da Zapata. Ed è qui che nasce l’errore principale del portiere brasiliano, più dell’errore tecnico in sé. Sì, perché Gabriel cerca di fare la “Reinata” inseguendo l’attaccante friulano fin fuori l’area di rigore, lasciando totalmente sguarnita la porta. Ma le “Reinate” non tutti se le possono permettere: uscire fino a metà campo per anticipare Falcinelli in scivolata… Solo Reina può! Ecco che la frittata è fatta.
Qualcuno dirà che c’è però un rigore parato. Vero, ma c’è anche il primo che poteva essere parato. Un rigore calciato così male da Bruno Fernandes che lui stesso, prima di esultare, aspetta. Nemmeno lui ci crede. Oltre a ciò, per Gabriel tanti piccoli errori, poca personalità (dimostrata dai pochissimi palloni giocati dai difensori centrali a sostegno nei piedi dell’estremo difensore brasiliano) e tanta paura di non riuscire a non far rimpiangere l’assenza del numero uno (anche se 25 di maglia).
C’è dunque materiale a sufficienza per tutti quelli che in queste settimane hanno tentato, invano, di mettere in discussione le capacità di Pepe Reina. C’è materiale a sufficienza per ricredervi. E se qualche errore lo commette, perdonatelo. Ha, nei suoi guanti, il peso di un bilancio, in termini di parate, più che positivo. Nei suoi guanti, sulle sue spalle c’è il peso di essere il leader di una squadra tanto blasonata. Dai suoi piedi passano palloni pesanti, pochissime volte svirgolati ma sempre recuperati. Dai suoi piedi passano palloni che qualcun altro non ha voluto gestire. I suoi salti, le sue urla dopo un goal degli azzurri sono la gioia sua, del Napoli e di Napoli.
Nappo Salvatore
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