Il “caso Higuain” è senza dubbio l’argomento del momento: tifosi – e non solo – di tutte le squadre d’Italia non hanno risparmiato i loro commenti, le loro impressioni e la loro indignazione riguardo la vicenda, in particolare sui social. Questa volta è toccato a Corrado Ferlaino, ex proprietario del Napoli, dire la sua e lo ha fatto in una lunga intervista per Il Mattino. Sotto la sua presidenza, il Napoli ha vissuto il suo periodo di massimo splendore, riuscendo ad annoverare i due storici scudetti dell’era maradoniana, una Coppa Uefa ed una Supercoppa Italiana.
Ecco cosa ha detto riguardo la sentenza del giudice sportivo Tosel: “Fatto antipatico, strano, grave. La Lega Calcio dovrebbe aprire un’inchiesta e sostituire il giudice sportivo. Se un pm anticipasse ai giornalisti una richiesta di condanna, non subirebbe il cambio di sede?”.
Per quanto riguarda la decisione dell’arbitro Irrati, invece: “Le sentenze non si discutono, in linea generale. Ma non si può non notare la differenza rispetto all’episodio di Bonucci. Rizzoli, l’arbitro mondiale, ha mostrato sudditanza psicologica verso la Juventus e non ha scritto la verità: anche Bonucci avrebbe meritato 4 giornate di squalifica. Molto male se in due episodi simili vi sono stati due referti differenti. Credo che un arbitro arrivato alla finale mondiale non debba più dirigere perché va in campo con la puzza sotto al naso: meglio metterlo dietro a una scrivania”.
Emblematiche, poi, sono state le dichiarazioni circa i suoi esordi in qualità di Presidente del Napoli e la vittoria dei due storici vinti nei lontani 1987 e 1990: “Presidente del Napoli da pochi anni, giocavamo in casa dell’Inter e alla fine del primo tempo vincevamo per 1-0. Nell’intervallo l’arbitro Gonella venne avvicinato da alcuni giocatori avversari, tra questi c’era Mazzola. Nella ripresa concesse subito un rigore inesistente all’Inter, che poi raddoppiò. Dopo la sconfitta mi infuriai e mi nascosi per tre giorni in Svizzera. Vomitando per la rabbia, per quella porcheria. Per vincere gli scudetti noi combattemmo contro la Juve e contro il Milan. Ma non c’era soltanto Maradona. C’erano anche Biagio Agnes, direttore generale della Rai, e Gino Palumbo, direttore della Gazzetta dello Sport, entrambi vicini al Napoli. Il sostegno della Rai fu fondamentale nel 90, quando vincemmo lo scudetto contro il Milan, sostenuto dalle reti televisive di Berlusconi. Non solo. Io ero entrato nel Palazzo, come consigliere federale e vicepresidente del settore tecnico di Coverciano, frequentato dagli arbitri. Trascorrevo le mie vacanze natalizie a stretto contatto con i presidenti di Federcalcio e Lega. Stesso albergo di Sordillo alle Barbados, andai dieci volte a casa di Nizzola in Kenya. E poi i contatti con Carraro e Matarrese. I rapporti sono fondamentali”.
I commenti sono chiusi.