Un calcio alle polemiche in una splendida domenica primaverile. E con stile, il gran calcio griffato Napoli. Non c’era modo migliore di archiviare scorie fisiche e mentali se non con una vittoria convincente ai danni di un Verona galvanizzato dalla vittoria contro il Bologna ma costretto, minuto dopo minuto, a ritornare mestamente con i piedi al suolo. Consapevoli della realtà. Non c’è mai stata gara, dal primo al novantesimo, con il collettivo guidato per oggi da Calzona che avrebbe meritato, al triplice fischio, di concludere la gara con un passivo nettamente superiore.
Incantevole a metà campo la prestazione sciorinata da Marek Hamsik, raggi di luce abbagliante che illuminano la manovra azzurra. Doveva rimediare all’orrida uscita di Udine, l’ha fatto con quasi 80 minuti di gioco a livelli sontuosi. Un rullo a spianare qualsiasi velleità a metà campo, incontenibile quando innesca la marcia e parte a testa alta, altissima. Se c’è da inventare, poi, non c’è che da chiedere al numero 17 di Banska Bystrika. Ispirazione pura in verticale riproposta con una continuità che mette a repentaglio le coronarie della linea a 4 di Delneri. Col goniometro il lancio che ispira il vantaggio. Allo scadere della prima frazione di gara la giocata che sposta gli equilibri e chiude l’incontro. Spunto nel breve, tunnel al malcapitato dirimpettaio scaligero e, sebbene al limite dell’equilibrio, eccolo infrocare il destro per un pallone, dolcissimo, dal quale far fiorire l’azione da rigore ed espulsione.
Onore e meriti per l’intero pacchetto offensivo partenopeo. Insigne tocca quota 12 reti in campionato con un rigore che rasenta la perfezione. Per la buona pace di uno straordinario Gollini che può solo intuire. Tantissimo movimento sull’out mancino per il folletto di Frattamaggiore, facendosi spesso beffe della marcatura avversaria. Si veste da assist man in più occasioni, soprattutto nella prima frazione di gara, ed è brillante nel servire Gabbiadini scorto con la coda dell’occhio. Un duetto da intenditori, placato solo dall’ottima giornata del giovane portiere scaligero. Chance sfruttata dal numero 23 partenopeo. Mezz’ora per prendere le misure giuste, un palo, due interventi strepitosi di Gollini, poi il goal decisivo che incardina la gara verso la vittoria e chiude un digiuno di 3 mesi. Insopportabile per un attaccante che vive per la rete e reduce da una stagione condita da venti realizzazioni. La nota più alta in una prestazione da vero vice Higuain, sacrificandosi per i compagni, alla ricerca di misure e movimenti dei compagni a rimorchio. Si spende, molto, anche in fase di recupero palla, dove rimedia una botta al ginocchio che lo costringe al cambio alle porte del settantesimo. Palma da Mvp, migliore in campo, per José Callejon. Infaticabile, e si sa, in fase difensiva, decisivo su tutti gli squilli di giornata. Crea il panico, una biscia velenosa sempre pronta ad insinuarsi alle spalle degli avversari. Suo lo spunto che propizia il tap-in di Gabbiadini, sua la fuga a sfruttare l’assist preciso di Hamsik che vale rigore ed espulsione di Suprayen. Conclusione, in bellezza, con il tris comodo su perfetto invito di un ottimo El Kaddouri. Il miglior modo di capitalizzare venti minuti da prima punta. Un Napoli rinfrancato, che lancia un segnale importante alla Roma, il secondo posto non è blindato ma i favoriti restano gli uomini di Maurizio Sarri. Per sognare, poi, restano ancora quattro giornate…
Edoardo Brancaccio