Forse il peggior Napoli stagionale, o poco ci manca. Del resto l’Inter aveva lasciato in dote più di un presagio, tra campionato e Coppa Italia. Uno dei peggiori avversari affrontati dagli azzurri in stagione. Pregi nerazzurri e difetti partenopei in novanta minuti che schiantano qualsiasi – remota – velleità Scudetto, gettando il gruppo di Maurizio Sarri nel pieno della lotta per la seconda piazza. Tutto in attesa dell’esito della trasferta della Roma di Spalletti in terra bergamasca. Una lotta senza quartiere ad attendere gli azzurri, con il 25 aprile come tappa fondamentale.
L’arbitraggio, va detto, fa più della sua parte. Icardi in occasione del vantaggio è in fuorigioco ma poco tange sulla prestazione della coppia di centrali azzurri. Albiol e Koulibaly controfigure del dinamico duo in grado di fare reparto e stupire, per solidità e concezione del ruolo. L’argentino spesso fa quel che vuole, punta la porta di Reina – non irreprensibile sul raddoppio di Brozovic – e la coppia a difesa della retroguardia azzurra di rado riesce a porre le contromisure più adatte agli affondi dell’ex Samp e dei suoi compagni di reparto. La lente si sposta su Perisic e Jovetic e per gli esterni di difesa azzurri ecco tutti i patemi di una serata non proprio da incorniciare. Strinic, preferito a Ghoulam che non farà meglio, soffre a dismisura quando deve porre argine agli affondi avversari, in fase di spinta è pressoché assente ad eccezione di un paio di spunti. Hysaj lascia a Castel Volturno il difensore apprezzato nell’arco dell’intera stagione, spesso nel pallone più totale, tiene in gioco Icardi in occasione del raddoppio. Errore, questo, purtroppo fatale.
A metà campo non va meglio con un Jorginho che sfiora il circo degli orrori, forse lo supera, soverchiato dal dinamismo avversario. Pressione costante sul portatore, questo l’input di Mancini dagli spogliatoi e per il regista ex Hellas è notte fonda. Tanti errori nel dettare il fraseggio – un’eccezione quest’anno – sempre in ritardo quando c’è da fare filtro, a schermo davanti alla retroguardia. Allan l’unico a provarci tra immani difficoltà, Hamsik abbandona il gruppo con fin troppa nonchalance, se è vero – come certificato – che dai suoi numeri sgorgano le offensive azzurre, lo slovacco manca a pieno ad ogni mansione impartitagli. Non la vede mai, le conclusioni in curva la fotografia della prestazione. Fuori da ogni incastro, assente, latita l’inventiva e così l’efficacia negli ultimi venti metri. Non scorge un varco, mai, quando deve far filtro il quadro è ancora peggiore.
In avanti, a San Siro, si issa un vero e proprio Muro del pianto. Insigne si specchia, incide poco, qualche giocata, nient’altto. Il cambio per Mertens non sposta l’inerzia, Nagatomo giganteggia anche oltre le proprie possibilità. Chi stecca, rovinosamente, è Manolo Gabbiadini, il peggiore in campo. La coppia di centrali di Mancini non batte ciglio, non lascia spazi, nessun spiraglio. E l’ex Samp non trova mai il varco giusto, neanche una conclusione degna di nota L’occasione per stupire Conte in ottica Europeo scappa via, come la rincorsa azzurra. Col Bologna, da ex, c’è da cambiare registro, la seconda piazza non può essere messa in discussione
Edoardo Bracaccio
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