Sei punti nelle ultime cinque partite sono davvero pochi per una squadra che al termine del girone d’andata era prima in classifica con ottime speranze ed un sogno da rincorrere. Un febbraio infernale per il Napoli e un aprile disastroso nelle gare lontano dal San Paolo hanno ribaltato una situazione prima d’allora rosea.
Dall’altro lato la Juventus ha sfidato ogni record vincendo 24 gare su 25. Un cammino inarrestabile che ha permesso ai bianconeri – per gran parte della stagione a diversi punti di distanza dai partenopei – di recuperare ed addirittura conquistare lo scudetto con tre giornate di anticipo.
C’è un dato, però, che fa riflettere: gli azzurri, vincendo le ultime tre partite di campionato, eguaglierebbero i 41 punti del girone d’andata. 32 quelli conquistati nella seconda parte di stagione, ai quali andrebbero sommati gli eventuali 9 restanti.
Due risultati (quasi) uguali, ma accolti differentemente. E il motivo è anche abbastanza scontato: a gennaio la squadra di Sarri era prima contro ogni aspettativa. Ora è seconda con la tremenda paura di perdere l’accesso diretto ai gironi di Champions (la Roma è a meno due) dopo aver dato spettacolo per gran parte del torneo.
Diverso anche il modo in cui sono arrivati: solo due sconfitte nel girone d’andata – Sassuolo e Bologna – , cinque in quello di ritorno, dove i pareggi sono stati pochissimi (due consecutivi: Fiorentina in trasferta e Milan al San Paolo), a dispetto dei cinque dell’andata.
Un Napoli troppo ingenuo in trasferta – vedi a Milano e Roma – e punti persi per strada a causa di distrazioni certamente evitabili. Ciò non toglie, però, che la stagione degli azzurri, escludendo un eventuale harakiri in queste gare finali, è da considerarsi positiva. Con dei limiti ancora da smussare e aspetti gestionali da migliorare, ma pur sempre positiva. Secondo posto permettendo.
Andrea Gagliotti
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