Il Napoli cade, ancora una volta, in trasferta. A questo giro tocca alla Roma punire gli azzurri, dopo Juventus, Udinese, Inter: 1-0 e doccia gelata per Hamsik e compagni, mentalmente già alla prossima gara, con un punto che sostanzialmente, oltre a rispettare i valori in campo, avrebbe accontentato entrambe le squadre. Invece no, perché il destro di Nainggolan che buca la rete alle spalle di Reina è un déjà vu: null’altro da aggiungere.
La Roma si mette a meno due, la stagione del Napoli si deciderà nelle prossime tre, le ultime: Atalanta e Frosinone in casa, con l’unico pericolo rappresentato dalla trasferta di Torino contro i granata, avversario che potrebbe rivelarsi potenzialmente pericoloso. Poi arriveranno i responsi ma, in queste settimane, quel che più ha fatto rumore è il silenzio stampa imposto dalla società e che continua, anche dopo Roma e che, a questo punto, potrebbe interrompersi solo per le ultime giornate, ma ad oggi è difficile da ipotizzare questa soluzione. Un silenzio che fa rumore, dicevamo, soprattutto perché da febbraio ad oggi, gradualmente, il Napoli ha alternato grandi prestazioni ad altre meno brillanti, ha perso insomma quella lucidità che l’aveva contraddistinto fino agli inizi del girone di ritorno. Occorrono risposte, segnali, perché il tempo del silenzio, a maggior ragione dopo Roma, è finito. Ora è tempo di tirare fuori l’orgoglio.
La linea della società può dimostrarsi controproducente, seppur giustificata, in un momento delicatissimo: tre giornate alla fine, un ambiente che fa rumore, qualche punto di troppo perso. Il momento più difficile arriva ora. Questa è la prova della maturità per una squadra che deve, in maniera definitiva, crescere e migliorarsi. Come gruppo, come insieme di uomini, prima che di calciatori. E la scossa, in questo caso, venga dalla società: basta silenzi rumorosi, che si parli e si tenda, in questo modo, a distendere un ambiente che, mai come ora, ha bisogno di serenità. È arrivato il momento dell’orgoglio.
Articolo modificato 26 Apr 2016 - 09:56