La stagione 2015/2016 potrebbe segnare un punto unico nella storia del Napoli.Gli azzurri, infatti, hanno raccolto 73 punti in classifica fin qui e viste le tre giornate che mancano al termine del campionato c’è la seria possibilità di raggiungere quota 82 punti. Mai il club partenopeo ha fatto così bene, neanche ai tempi di Maradona. Basti pensare che l’attuale record è di 78 punti raggiunto sia dal Napoli di Walter Mazzarri nella stagione 2012/2013 (l’ultima del tecnico toscano sulla panchina azzurra, che portò al secondo posto), che da Rafa Benitez nella stagione successiva (che chiuse al terzo posto in Serie A). Ebbene nonostante i numeri straordinari ottenuti da Maurizio Sarri e i suoi ragazzi, c’è un secondo posto ancora da conquistare; visto che la Roma è distante solo 2 punti e che certo non mollerà un centimetro. Ecco perché le tre gare che mancano fino al termine della stagione (con Atalanta, Torino e Frosinone) mettono il Napoli nella condizione di poter centrare l’obiettivo 82 punti. Solo con il secondo posto in tasca e i relativi soldi provenienti dalla Champions League la dirigenza potrà pensare poi a come rinforzare l’attuale rosa.
Già, perché iniziare a programmare la prossima stagione è fondamentale per raggiungere obiettivi di mercato primari. Quello di quest’anno è un gruppo forte, al quale va aggiunto qualche elemento di spessore per renderlo fortemente competitivo per lo Scudetto e per disputare una Champions ad alto livello. Sappiamo come la competizione europea più importante tolga energie e di conseguenza punti al campionato. Ecco perché il Napoli, forte delle esperienze maturate, non deve assolutamente farsi trovare impreparato. Quindi la domanda viene spontanea: in quale ruolo la società deve muoversi ed investire la maggior parte del budget a disposizione? La risposta appare abbastanza scontata: il Napoli deve ritoccare il centrocampo.
La linea mediana composta da Hamsik, Allan e Jorginho necessita di ricambi di livello, o addirittura di calciatori ancora più forti di quelli attuali. David Lopez, Chalobah e Grassi (che ancora non ha giocato un solo minuto da quando è arrivato), non sembrano in grado di far rifiatare i titolari senza che la qualità del gioco ne risenta. Inoltre nelle sfide con formazioni di un certo livello, sia in Europa che in campionato, appare evidente un limite di natura fisica dei calciatori azzurri. Componente troppo importante nel calcio attuale da poter tralasciare, così come quella dei gol prodotti dal centrocampo. Già, perché la mediana del Napoli ha prodotto soltanto 9 gol in questo campionato (5 Hamsik, 3 Allan e 1 Lopez), a fronte dei 17 realizzati dal centrocampo della Juve (8 Pogba, 5 Khedira, 2 Lemina, 1 Sturaro e 1 Padoin) e addirittura dei 23 di quello della Roma (9 Pjanic, 7 Florenzi, 5 Nainggolan, 1 De Rossi e 1 Keita). Insomma la distribuzione delle reti in casa Napoli è stata quasi totalmente a carico del Pipita, Gonzalo Higuain.
Il Napoli ha la necessità di inserire in rosa un giocatore di esperienza internazionale, di carisma, personalità ma che sappia anche essere leader in mezzo al campo sia dal punto di vista tecnico che fisico, e che sappia garantire un buon numero di reti. “Facile a dirsi – penserà qualcuno – Dove lo trovi un giocatore così che sia sul mercato, e che rientri anche nei parametri economici imposti da sempre da De Laurentiis“. No, l’impresa non è affatto semplice. I nomi di Ionita, Klaassen e André Gomes circolati negli ultimi mesi sono quelli di ottimi calciatori; ma a tutti, per un motivo o per un altro, manca qualcosa. Eppure un calciatore disponibile per la prossima stagione che consentirebbe un decisivo salto di qualità c’è: si tratta di Yaya Touré. Il centrocampista del Manchester City, 6 reti e 5 assist solo in Premier League, saluterà a fine anno visto che non rientra nei piani di Pep Guardiola, prossimo allenatore dei Citizens. Per l’ivoriano, uno dei migliori interpreti al mondo nel suo ruolo e che compirà 33 anni a maggio, è dunque molto probabile che si scateni un’asta internazionale. Ecco perché muoversi in anticipo puntando dritto sul giocatore può risultare la strategia giusta. Certo, anche da parte del presidente De Laurentiis e della società è lecito aspettarsi un deciso investimento economico, che arrivati a questo punto diventa indispensabile se si pensa di poter competere con la Juventus e portare il Napoli ad un livello superiore di competitività. Touré oggi percepisce circa 13 milioni netti a stagione, cifra certamente fuori portata per le casse partenopee. Gli unici margini di manovra possono essere effettuati però sul contratto del giocatore che è in scadenza nel 2017, cioè tra un anno. Il Napoli, così come l’Inter lo scorso anno, può provare a proporre all’entourage del centrocampista una soluzione: allungare il contratto di uno o due anni a cifre più contenute, sui 7 o poco più milioni di euro ad esempio. Ovvero la stessa cifra che potrebbe percepire lo stesso Higuain, anche lui in odore di rinnovo.
A questo punto resta un ultimo quesito a cui rispondere: perché mai uno dei migliori giocatori al mondo dovrebbe scegliere Napoli quando società più prestigiose lo cercano? Semplice, per due motivi: il primo, per provare ad entrare nella storia vincendo lo Scudetto nel club che fu di Diego Armando Maradona. Il secondo, perché Napoli e la tifoseria azzurra sono uniche. E Touré lo sa bene. Infatti quando i partenopei disputarono per la prima volta la Champions League nel 2011/2012, si resero protagonisti di un cammino eccezionale che estromise dalla competizione proprio il Manchester degli sceicchi allora guidato da Roberto Mancini. Un’impresa unica che coinvolse squadra, città e tifoseria, al quale lo stesso Touré non riuscì a restare indifferente. Celebre è la sua intervista rilasciata a SKY al programma “I Signori del Calcio”, nel quale tesse le lodi di Napoli con parole da brividi: “La mattina andammo a fare riscaldamento al San Paolo, Carlos (Tevez, ndr) mi parlava di questo stadio, ma io che ho giocato nel Barça mi dicevo, che sarà mai! Eppure quando misi piede su quel campo sentii un qualcosa di magico, di diverso. La sera quando ci fu l’inno della Champions, vedendo 80.000 persone fischiarci mi resi conto in che guaio ci eravamo messi! Qualche partita importante nella mia carriera l’ho giocata, ma quando sentii quell’urlo fu la prima volta che mi tremarono le gambe! Bene, fu li che mi resi conto che questa non è una solo squadra per loro, questo è un amore viscerale, come quello che c’è tra una madre ed un figlio! Fu l’unica volta che dopo aver perso rimasi in campo per godermi lo spettacolo!“.
Insomma un giocatore che ha tale stima e ammirazione per una squadra e la sua tifoseria può senz’altro essere convinto a giocarci, proponendogli ovviamente la giusta offerta economica. Per un campione come Yaya Touré, nonostante l’esborso economico e l’età non più giovanissima, uno sforzo andrebbe decisamente fatto. O almeno bisognerebbe provarci, no?
RIPRODUZIONE RISERVATA
Pasquale Giacometti
(Twitter: @Pasquale89G)
Articolo modificato 27 Apr 2016 - 12:15