Reina s.v: Per quasi novanta minuti l’avversario più ostico è la pioggia torrenziale che concede poca tregua. L’Atalanta si desta il minimo dalle sue parti, un paio d’uscite in sicurezza e nient’altro. Impotente sulla deviazione decisiva di Albiol da distanza ravvicinata.
Hysaj 6: Più difesa che attacco, fortifica la linea di destra come consuetudine garantendo minimi spiragli dalle sue parti. Disimpegna con pochi fronzoli quando c’è da sbrogliare qualche situazione più intricata. Quando c’è da spingere lo fa, ma non eccede, priorità agli equilibri.
Albiol 6: Gestisce in surplace i pochi patemi garantiti dagli avanti avversari. Preciso in marcatura e nel guidare la linea, sbaglia poco anche quando agisce, al solito, da regista arretrato. Bene sui palloni alti, cerca anche di proporsi sui piazzati offensivi. L’autorete non è neanche un infortunio, mera sfortuna.
Koulibaly 6,5: E’ persino disarmante la semplicità con cui riesce a ridurre gli avversari a pallidi ricordi, ectoplasmi che si aggirano senza meta nella metà campo partenopea. Borriello è tra gli attaccanti più in palla del campionato, tra il franco-senegalese ed Albiol si perde per ritrovare solo la strada degli spogliatoi. Potenza fisica e sicurezza nei propri immensi mezzi, il giocatore che più di tutti – Higuain a parte – ha alzato l’asticella in quest’annata. Travolgente quando decide di impostare e partire palla al piede, proprio da uno di questi spunti la traccia su cui i compagni definiscono la rete che sblocca la gara.
Ghoulam 6: La pressione sugli esterni non è eccessiva, gestisce tutte le, rare, consegne in chiusura e cerca il fondo in più occasioni.
Allan 7: Rincorre, lotta, ruba palla e riparte dal primo al novantesimo. Il solito volante capace di raddoppi sontuosi, senza mai badare al fiato. Quando può spazio anche al guizzo in progressione e perché no, la battuta a rete. Sul suo destro, dopo intelligente recupero su una ripartenza avversaria rischiosa, si sprecano le imprecazioni del pubblico del San Paolo. La traversa trema ancora ad estremo difensore avversario battuto. A tutto campo, e bene, manna dal cielo sotto la pioggia torrenziale di questa serata d’inizio maggio.
Jorginho 6,5: C’è da impostare e dettare i tempi contro un undici che non scende in campo al San Paolo per proporre calcio. Lavoro oscuro, cuce in fase di non possesso e rammenda quando c’è da chiudere con i movimenti richiesti. Fraseggio e filtro, come sempre. Cresce progressivamente in personalità, cercando la verticalizzazione più propizia, trovando intuizioni invitanti negli ultimi venti metri.
Hamsik 6,5: Le celebrazioni dovute, gli elogi di Vinicio e l’abbraccio con Reja, un padre calcistico. Serata speciale – che avrebbe meritato una cornice di pubblico indubbiamente migliore – in cui parte bene, cingoli ben oliati, pronto a travolgere gli orobici. Spunti continui, scompiglio in mediana ed al nono di gioco c’è già il suo timbro sull’incontro: giri, tempi, c’è tutto nel lob preciso che invita a nozze Higuain per il vantaggio partenopeo. Il prosieguo della gara non è sui ritmi iniziali, palpitanti, ma il capitano c’è. Spreca qualcosa di troppo quando si proietta nell’area avversaria, l’appuntamento con i record – da Maradona al sorpasso ad Altafini – è nuovamente rimandato.
Callejon 6,5: Parte guardingo, bada soprattutto a fiancheggiare Hysaj riducendo a zero il rischio sulla catena di destra. Alla distanza spazio e campo in avanti e non in ripiegamento, a far male alla retroguardia di Reja. Cerca la profondità, come il suo solito, sfiora la gloria personale con un pallonetto ben più insidioso di quello, abbozzato, dal suo compagno di reparto con il 24. All’ottantesimo scorge il movimento dell’hermano e lo serve con un tocco praticamente perfetto, da scaricare in rete con lo stacco giusto.
(Dal 78′ El Kaddouri sv.)
Insigne 5,5: Torna titolare dopo due giornate, c’è la rete numero 30 in azzurro nel mirino del folletto con il 24 sulle spalle. Lo cerca con lo spunto d’autore, cucchiaio o rovesciata, ma guai a perdersi nella leziosità di troppo. Soprattutto quando c’è una gara da chiudere in ghiacciaia al primo impatto. La magia, anche stasera, non scocca – non segna su azione dalla gara casalinga contro il Milan di fine febbraio – termina la gara quasi impacciato, collezionando errori quasi grossolani, poco oltre l’ora di gioco. Rimandato.
(Dal 63′ Mertens 6: Impatta sull’incontro in maniera perfetta, come nelle sue corde. Brio, giocate ubriacanti, manca però l’ultimo passo, la chiusura del cerchio. O spreca di pochissimo o eccede nella giocata. Il ritmo garantito, anche nelle battute finali, resta importante.)
Higuain 7,5: Il ritorno all’Olimpico contratto, non da Higuain, non da Pipa, non da cannibale. La Dea vittima predestinata sul percorso del centravanti azzurro dei record: nemmeno dieci minuti e Sportiello è già battuto, movimento perfetto sulla linea, lesto nell’anticipare anche l’accorrente Callejon. Rotto il ghiaccio è tempo di srotolare il tappeto rosso: elegante quando accarezza la sfera, da incorniciare il filtrante per l’accorrente Insigne che spreca. Un’ora a sgomitare, attendendo la preda, azzannata puntuale a dieci dalla fine, di testa – un’eccezione quest’anno – su perfetto tocco di Callejon, chiusi i giochi. Angelillo è ad un soffio, Nordahl a tre lunghezze, senza l’ira funesta in terra friulana…
(Dall’82’ Gabbiadini sv.)
Sarri 6,5: Stavolta si gioca dopo la diretta concorrente, non che sia un bene con il secondo posto sfuggito momentaneamente dalle mani salde che a lungo hanno sfiorato, accarezzato ben altre ambizioni. Spazio all’undici base, titolarissimi da ripetere a memoria, una nenia cantata. L’impatto è solido e dopo nove di gioco la gara è già impostata, poi arriva il difficile, gestire e affondare insieme cercando di salutare un bilico pericoloso con rapidità. Nella ripresa il piglio è quello giusto, i suoi ragazzi sprecano ma a dieci dalla fine i giochi sembrano finalmente conclusi. Poi la sorte cerca di mettere, nuovamente, i bastoni tra le ruote. Garantisce qualche patema in più nel finale, poco altro. Il Napoli agguanta in tempo zero la seconda piazza con una prestazione convincente, senza sforzi eccessivi, in una contesa che avrebbe potuto offrire un passivo ben più ampio a vantaggio dei partenopei. Ora testa alla trasferta in casa dell’ex Ventura, tanto della stagione azzurra passerà dallo stadio Grande Torino.
Articolo modificato 3 Mag 2016 - 15:35