La notte dei desideri realizzati, dove tutto è possibile, con ogni sogno che diventa realtà e che piano piano, con il piccone del lavoro ha scardinato ogni gerarchia esistente. Nel Regno Unito, nell’Europa tutta ed anche nel mondo non si parla d’altro: il piccolo Leicester di Claudio Ranieri è sul tetto della Premier, vincendone il titolo con due giornate di anticipo. Il pari del Chelsea nel finale contro l’inseguitrice Tottenham ha fatto partire la festa: da casa Vardy e via per le strade della cittadina di ben 285.000 abitanti i cuori battevano all’unisono, tra lacrime, vessilli blu e quella palpabile e contagiosa emozione delle prime volte che non si scordano davvero mai.
Quello del Leicester non è un miracolo bensì una favola moderna, fatta di tanto lavoro, dedizione, sogni e speranze. Proprio quelle che aveva Jamie Vardy quando, durante la gavetta per diventare un calciatore professionista, lavorava come metalmeccanico presso le fabbriche di Sheffield. Di quegli anni è rimasta la voglia di mettersi in gioco, la grande umiltà e gli occhi di brace, che hanno sempre contraddistinto i foxes dalla prima gara di Premier vinta contro il Sunderland, fino al pari dello scorso week end al cospetto dei giganti del Manchester United. Ma gli inglesi sono un ingranaggio perfetto, fatto di meccanismi oleati e di una società che ha sempre pensato in grande anche quando nel 2014 ha riconquistato la Premier dopo dieci lunghi anni di assenza.
Dalla promozione fino alle stelle quando l’obiettivo da centrare era la salvezza: è così che nascono le favole più belle, che ha un altro grande artefice, Claudio Ranieri. La storia del Leicester parte anche da lui e prosegue per la classe di un allenatore d’altri tempi, mix perfetto di tattica, esperienza, diktat precisi e tanto cuore. Forse persino troppo, fino alla fine, quando ha ammesso di non assistere al match decisivo di ieri tra Chelsea e Tottenham perché spinto dalla voglia di tornare in Italia dalla mamma, solo per un pranzo insieme. Ed è per questo che tutti lo amano, anche i giornalisti che scambiano due chiacchiere in conferenza stampa, in un clima idilliaco e surreale. Non era stato facile rimettersi in gioco a luglio, quando tutti storcevano il naso e le ultime delusioni ancora dietro l’angolo, non era semplice prendere per mano e sposare un progetto con un salto nel buio, quando, a vedere la griglia di partenza, c’era da affrontare top club dal blasone incontrastato quali Chelsea, Manchester City, Manchester United, Liverpool ed Arsenal. Davide contro Golia per l’ennesimo aspetto romantico e la forza di colmare ogni gap con quella voglia di stupire il mondo e la forza di mantenere lontano tutte le pressioni.
È tutto così distante dalla nostra realtà eppure dannatamente bello ed intenso, come le lacrime dei tifosi che hanno davvero iniziato a credere nell’impresa solo qualche settimana fa. Immagini che hanno fatto il giro d’Europa e che sono arrivate anche all’ombra del Vesuvio, mentre il Napoli inseguiva la Juve dei record che spiccava sempre più il volo. La squadra di Sarri forse, le stesse pressioni non è riuscite a gestirle. La Vecchia Signora forse, ha un passo ben più deciso del Tottenham. Ma la voglia di sognare è uguale, così come quella di invertire ogni gerarchia e regalare agli appassionati un campionato che rimescoli ogni tendenza. Ci hanno provato anche gli azzurri fino a quel tiro di Zaza che da un gol vittoria si è trasformato cinicamente nell’ennesima rimonta scudetto degli avversari: tutto come sempre, tutto come ormai accade da cinque anni. In Inghilterra invece il calcio ha un sapore diverso: imprevedibile, intenso, appassionante, che confluisce in una sola passione, quella del bel gioco e dei sorrisi che Drinkwater e compagni hanno sempre dispensato.
Amici prima di compagni di squadra, che insieme formano un puzzle perfetto low cost: il totale degli ingaggi totali dei foxes non è neanche lontanamente paragonabile a quello delle avversarie di lusso in Premier ed è proprio questo che rende tutto ancor più bello ed emozionante. Nel calcio moderno dove regnano soltanto interessi economici, decisioni del Palazzo, campionati sommersi di critiche e moviole, c’è ancora spazio per un sogno realizzato, oggi più che mai reale, palpabile, unico ed indimenticabile. Perché la favola del Leicester è anche un po’ la nostra, qui a Napoli: quella di chi è un inguaribile sognatore e sogna di tornare a vincere qualcosa di importante. Ma soprattutto quella di chi è innamorato da sempre di questo sport dove, da qualche parte, tutto può ancora succedere. Basta solo crederci e volerlo intensamente.
Alessia Bartiromo
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