Le parole van prese per quel che sono. Col proprio carico di attenzione, d’intendimenti e fraintendimenti. E poi: vuoi mettere il momento? L’ansia, la pressione, la matta cattiveria mediatica e il dover raggiungere per forza il risultato? Aggiungiamoci pure un po’ di frustrazione, va. E già che ci siamo: anche un pizzico di malizia, di furbizia recondita. Come a dire: io ho fatto il mio, ora però gradirei supporto. A partire dal mercato.
Occhio: è un’interpretazione. Giusta, sbagliata, magari convincente a metà: poi questo sta a voi, neanche troppo al diretto interessato. Ecco, però le pinze, quelle poste nell’angolo lontano dell’ultimo scaffale, tra scartoffie e santini, non servono a nulla. Non c’è niente da maneggiare con cura: neanche più le dichiarazioni, in casa Napoli. Ancor meno quelle del mister nel post Atalanta.
CONTRORDINE – Maurizio Sarri l’ha praticamente ammesso: “Raggiungere la Juve? La vedo difficilmente battibile per i prossimi 4-5 anni”. Boom. Colpiti, affondati, incredibilmente bacchettati. Oh, per qualche parolina simile, Garcia a Roma si fece terra bruciata attorno: poi sappiamo tutti come andò a finire. E va bene il ‘provincialismo’, e va bene il non voler dare false speranze, il non voler illudere. Ma ammettere una netta superiorità juventina, chissà per quanti e quali motivi, ha significato in parte rimpicciolire i record e le giocate, le triangolazioni e le oltre cento reti. Ha significato ripiombare nell’eterna attesa, proprio nella stessa sera in cui a Leicester coronavano un sogno. Guarda un po’: le coincidenze. E allora, su, perché buttarsi così a terra?
KO ANZITEMPO – Che poi, tutti i torti, non è che il mister li abbia. Per carità, e viva le opinioni di tutti, sempre diverse come i punti di vista. Però… però l’amarezza resta. Perché è come se il capitano di una nave ammainasse le vele quando c’è ancora tanto da navigare, come se l’arbitro decretasse un ko tecnico e tu sei ancora lì, che saltelli e sferri pugni a destra e manca. No, ha poco, pochissimo senso. Soprattutto alla luce di quanto prodotto dal Napoli in questa stagione: forte caratterialmente, quindi superba in campo tra fasci di stelle – con le loro bizze e giocate – e meravigliosi portatori d’acqua. Mai sentitisi una favola, gli azzurri. Solo profondissima e meritatissima realtà. È davvero così facile dimenticare, mister? Impossibile. Ed è ugualmente impossibile che il futuro sia così (bianco)nero.
QUEL CHE È – Sarri ha ragione, sì. E ha pure torto. Il Napoli è lontano dalla Juventus: ma non è certo una distanza siderale. Ché loro saranno avanti in mille aspetti, però non nel gioco, non in campo, non per cuore, cattiveria e voglia di sognare. E non si tratta neanche di favole, per quanto vada di moda in questo periodo. Si tratta di crederci: perciò investire, farsi belli e migliorare. C’è voglia di essere l’alternativa sana volta a guarire questo calcio miseramente malridotto, volta a ridare speranza. Pure al mister. Quattro o cinque anni? Rispondiamo con i primi quattro o cinque mesi di quest’annata pazzesca. Comunque vada a finire, il gap mentale sarà il più grande ostacolo della prossima stagione. S’ha da superare. Perché partire così, francamente, fa anche un po’ male…
Cristiano Corbo
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