Una delle parole più difficili dell’epoca moderna è “cambiamento”: un termine dal significato celato, nonché dall’attuazione tutt’altro che agevole. Trasferendo il concetto all’interno del mondo del calcio ed in particolar modo del Napoli, il difensore franco senegalese Kalidou Koulibaly incarna perfettamente questa considerazione.
Da così a così. Il progressivo cambiamento del centrale azzurro è degno di considerazione: sicuramente (e c’è bisogno di applausi) il merito è anche di mister Maurizio Sarri, da sempre maniacale sulla fase difensiva, senza mezzi termini; citofonare inoltre Raul Albiol per conferma. Quel che però colpisce del 26 partenopeo è la consapevolezza della sua fisicità, dei suoi mezzi, psicologici ed atletici: certo, la consapevolezza della sua supremazia fisica a volte lo conduce ad errori di valutazione anche abbastanza grossolani, ma il franco-senegalese non si è mai perso d’animo. Si prenda ad esempio la partita vinta contro il Torino, paragonandola alla stessa della scorsa stagione: la situazione di classifica era più o meno simile, sebbene con una differenza di due mesi e poco più. Lo scorso anno Koulibaly sembrava spesso fuori posizione, goffo, poco attento ai dettagli. In quella partita tra l’altro da un suo errore nacque il calcio d’angolo dal quale il difensore polacco Glik sancì la sconfitta dei partenopei.
Nella partita di ieri sera al Grande Torino è sceso in campo il gemello (buono) di quello visto la scorsa stagione: preciso, puntuale, abile altresì nel lancio a cercare i compagni. C’è stato un piccolo problema al 48′ che ha fatto sobbalzare la panchina azzurra, quando si è accasciato con un dolore alla caviglia, ma in casi del genere per uno come lui basta allacciarsi un attimo meglio lo scarpino e si ritorna a giocare, agli stessi monumentali livelli che hanno caratterizzato la sua stagione. Soprattutto perché uno come lui, quando gioca dall’inizio, dal campo non esce mai; questo dato lo confermano brillantemente i numeri: in campionato ha giocato 31 volte da titolare senza mai uscire dal campo, nemmeno un minuto. Allargando il dato alle sue medie stagionali vien fuori che su 41 incontri ha giocato approssimativamente 88′ a partita.
Insomma, quando la scorsa estate il Napoli ha rifiutato 12 milioni di euro dal Norwich City si può dire che abbia fatto un affare, magari un vero e proprio acquisto per la difesa. Adesso Koulibaly è tra i difensori più richiesti sul mercato, con tutti i top club pronti a fare una cospicua offerta: “venghino signori, venghino” allora, perché forse, 30 milioni, potrebbero non bastare.
Francesco Vassura
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