Il calcio è un miscuglio di sensazioni contrastanti che le sole parole non possono spiegare. E ieri sera chi ha assistito al match tra Napoli e Frosinone ne sa qualcosa: dall’ansia e la tensione dei primi 40 minuti, fino all’esplosione di gioia ai gol di Higuain, che ha riscritto un pezzo di storia della Serie A col suo clamoroso record.
E pensare che poco meno di un anno fa, dopo i fallimenti col Napoli in campionato e l’Argentina in Coppa America, fu definito da molti come un perdente, non capace di poter trascinare i propri compagni di squadra. Ma il Pipita non si è fatto abbattere dalle critiche: si è rimboccato le maniche, mettendosi al servizio di Sarri e del gruppo, e dodici mesi dopo suggella un primato imbattuto da sessantasei anni come solo lui avrebbe potuto fare. Una prodezza balistica che resterà a lungo impressa nelle menti di ogni tifoso del calcio, perché un giocatore così è patrimonio mondiale. Ed i tifosi azzurri possono (e speriamo potranno) godere delle sue magie ogni settimana.
Allo stesso modo, anche il Napoli ha compiuto un percorso analogo alla sua punta di diamante. Le paure e le critiche di inizio stagione sono state risucchiate da un vortice di risultati eccellenti che ad un certo punto avevano fatto pensare in grande. Poco male, l’obiettivo primario dell’accesso diretto in Champions League è stato acquisito: il ritorno in un palcoscenico così importante darà nuove motivazioni al team che vorrà imporsi anche in campo europeo.
Adesso la squadra leverà gli ormeggi e si godrà del sano e meritatissimo riposo, prima di ritrovarsi nuovamente a Dimaro per inaugurare la prossima stagione che, chissà, magari potrebbe essere finalmente quella giusta. Perché in un anno posso cambiare molte cose e perché, con dei ragazzi così, sarebbe assurdo non auspicarsi il meglio.
Luigi Fervide (Twitter: @LuigiFervide06)
RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo modificato 15 Mag 2016 - 02:09