Primavera, gli azzurrini attesi dalla Youth League tra qualche certezza e mille incognite

La porta principale della Champions League si è spalancata e il Napoli ci è entrato sul carro dei vincitori per un acclamato ritorno dopo due anni di purgatorio. Il red carpet che accoglie le stelle del calcio europeo l’anno prossimo sarà percorso anche da Higuain e compagni. E pensare che per qualcuno sarà la prima volta.

Non sarà la prima volta, invece, per i ragazzi della Primavera. Già, perché la qualificazione ai gironi della Champions degli azzurri permetterà alla formazione guidata da Gianpaolo Saurini di partecipare alla prossima Youth League, la competizione riservata alle squadre under 19 delle partecipanti alla fase a gironi della vecchia Coppa Campioni. Sarà un appuntamento di prestigio per i ragazzi ’98 e ’99 della Primavera. L’ultima partecipazione degli azzurrini risale al 2013, quando, contrariamente ai pronostici, Saurini e i ragazzi (’95 e ’96) superarono il girone con Borussia, Arsenal e Marsiglia centrando gli ottavi, per poi essere eliminati dalla selezione Juvenil A del Real Madrid.

Una magra consolazione per gli azzurrini, al termine di una stagione sciagurata, chiusa al nono posto in classifica nel girone C. Una squadra che forse ha raccolto meno di quanto seminato, accerchiata dalle polemiche e dal dibattito su quanto possa servire una rivoluzione nel settore giovanile. La risposta? Tanto. Va detto che una prima rivoluzione avverrà certamente nell’organico, perché in quello del prossimo anno mancheranno i ’97 (destinati in Lega Pro a “farsi le ossa”) mentre resteranno i ’98, aggiunti a qualche innesto del ’99 (l’ottimo Conte ad esempio, protagonista di un salto dagli Allievi alla Primavera). Tutto, però, cambierebbe qualora l’Italia decidesse di compiere un notevole passo in avanti con l’istituzione delle squadre B, che andrebbero a disputare il campionato di Lega Pro e di conseguenza ad alzare notevolmente il livello delle formazioni giovanili.

Gli azzurrini, infatti, si troverebbero già catapultati in una realtà competitiva che altrimenti non li vedrebbe protagonisti: l’esempio più lampante è quello di Bifulco, prodigio della Primavera partenopea, ma impiegato con il contagocce quest’anno a Rimini. Quei pochi talenti della Scugnizzeria, in fondo, vanno tutelati e seguiti con maggiore attenzione dalla società, cosa che sarebbe possibile con una Squadra B. Di contro, però, si rischierebbe di alzare troppo l’età media delle giovanili e ritardare l’esplosione dei ragazzi. Un rischio che, tuttavia, vale la pena correre.

E poi le strutture: il centro sportivo di Sant’Antimo non pare adeguato ad ospitare le Academy dei top club europei sul palcoscenico della Youth League. Proprio per questo servirà, per sostenere la competizione (sperando di poterne diventare degli habitué), uno sforzo notevole della società. Per mettere in vetrina i talenti migliori (Antonio Negro, autore di 22 goal in questo campionato, è atteso da un bel banco di prova) e per togliersi qualche soddisfazione anche in ambito giovanile. Di sicuro – e su questo possiamo mettere la mano sul fuoco – non mancheranno le motivazioni e la voglia di stupire sul palcoscenico europeo.

Vittorio Perrone
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